“Annotare i propri ricordi, comincio sempre più a credere e sperare, è forse un modo per sopprimerli. Perché quel che si ricorda in seguito, sempre che ci si prenda la briga di ripensarci, non è la vita che si è vissuta ma quella che si è scritta, e quella vita, per quanto ci si illuda di raccontare la verità, è qualcosa di diverso da ciò che si è vissuto.”

«Vai dove una volta stava il mulino, gira al serbatoio, oltrepassa la chiesa caduta – ecco le loro indicazioni. Come se vivessero in un paese fatto solo di ricordi. E tu se non eri nato lí, non ci avevi passato l’infanzia o non eri di quelli che riescono a vedere i fantasmi, ti attaccavi al tram».