Lucio Russo “Festival del Classico”

Lucio Russo Lucio Russo "Festival del Classico"

Lucio Russo
“Festival del Classico”

www.festivaldelclassico.it


Venerdì 18 ottobre, ore 18:00
Circolo dei Lettori – Via Bogino – Torino
Aristotele e Aristarco di Samo
Due verità sui paradigmi astronomici
con Lucio Russo // matematico

Una breve analisi della rivoluzione eliocentrica di Aristarco mostra la sua portata non solo nell’ambito tecnico dell’astronomia, ma anche nel superamento delle concezioni aristoteliche sullo spazio e sul moto. Si cerca di mostrare come l’eliocentrismo di Aristarco sia stato sconfitto in seguito a un generale crollo culturale che riportò in auge concezioni pre-ellenistiche in molti campi.


Lucio Russo
“Perché la cultura classica”
La risposta di un non classicista
Mondadori Editore

www.librimondadori.it


Che cosa l’antichità greca e latina ci ha dato e che cosa può ancora darci.

Qual è il valore che oggi viene attribuito alla cultura classica? è vero, come sostengono in molti, che lo studio del greco antico e del latino sarebbe ormai del tutto inutile nelle società moderne, marcatamente orientate verso discipline e conoscenze di immediata utilità, e che il liceo classico dovrebbe essere abolito? Per molti secoli, dal Rinascimento ad almeno tutto l’Ottocento, le fonti classiche hanno svolto un ruolo chiave all’interno del pensiero europeo, come è testimoniato dai numerosissimi debiti linguistici di parecchie scienze nei confronti del greco antico. Per non parlare di concetti che sono considerati fondamentali per la nostra civiltà, come quelli di «contratto sociale» e «democrazia», attinti dalla cultura greca. Poi c’è stato uno strappo. Nel corso del Novecento la conoscenza del mondo classico si è via via indebolita, fin quasi a scomparire dagli studi superiori, soppiantata da un’evoluzione della cultura verso una collezione di saperi disgiunti che sembrano aver dimenticato le radici comuni, al punto da indulgere a derive irrazionalistiche. Lucio Russo in questo saggio mostra con una vasta gamma di esempi come il debito dell’Occidente verso le civiltà greca e romana sia di gran lunga superiore a quello usualmente riconosciuto, perché ha riguardato tutti gli aspetti della cultura e non solo – come vorrebbe un diffuso luogo comune – quelli oggi classificati come «umanistici» (pensiero politico, diritto, filosofia, arte, musica e letteratura). Spaziando dall’astronomia alla fisica, dalla geometria alla matematica, dalla geografia all’ottica, l’autore chiarisce infatti in modo inoppugnabile come la scienza europea abbia mutuato i suoi fondamenti epistemologici – i metodi dimostrativo e sperimentale – dallo studio dei pochi trattati ellenistici che ci sono pervenuti, in particolare le opere di Archimede e gli Elementi di Euclide. «La tesi principale del libro» scrive Russo «è che la cultura classica, se profondamente rivisitata, potrebbe assumere di nuovo, pur se in modo diverso, quel ruolo unificante svolto in passato e per il quale non è mai stato trovato un valido sostituto.»

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