Remigio Bertolino

Remigio Bertolino
“Litre d’envern”
Nino Aragno Editore

Remigio Bertolino scava nel segreto della lettera. Non riproduzione di fedeltà antropologica, ma trasmutazione alchemica, un mondo capace di liberare tesori. Viene da qui la ‘grazia’ delle sue parole esatte, precise, concrete, in cui vibra la risonanza (mai la ridondanza) del ‘vento’ che le muove. Luoghi remoti, addirittura eremitici. Montagna povera, fatica, solitudine e silenzi. Figure defilate e però fantasiose, fantasticanti, fantasmatiche, persino favolose, fiabesche.

Remigio Bertolino è nato a Montaldo Mondovì nel 1948, vive a Vicoforte. Dopo aver conseguito l’abilitazione magistrale, ha lavorato per alcuni anni nelle Acciaierie del Tanaro, dedicandosi, poi, all’insegnamento nella scuola elementare. Ha iniziato a scrivere in dialetto piemontese negli anni Settanta con il racconto breve dedicato alla figura materna scomparsa giovane, Mia mare (Mia madre, 1976), illustrato da due acqueforti di Teresita Terreno. Ha pubblicato inoltre: L’eva d’ënvern (Era d’inverno o L’acqua d’inverno, 1986); Sbaluch (Splendore, 1989); A lum ëd fiòca (A lume di neve, 1995); Ël vos (Le voci, 2003); Stanse d’ënvern (Stanze d’inverno, 2006); Versi scelti 1976-2009 (2010); La fin dël mond (La fine del mondo, 2013). Nel 2005 ha pubblicato le prose memorialistiche Al ballo del tempo, e nel 2009 Rabeschi.

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