Paolo Albani
“Babel Festival”
Festival di Letteratura e Traduzione
dal 12 al 15 settembre, Bellinzona
www.babelfestival.com
Non parlerai la mia lingua
Dopo aver esplorato l’Aldilà e il Brasile, nel 2019 Babel si spinge ai confini delle lingue naturali. L’edizione dal titolo Non parlerai la mia lingua porta al pubblico lingue inaudite, inaccettabili, inaccessibili, accostando ai dialoghi con gli autori le dimensioni del laboratorio, della creazione collettiva e della performance, e concerti, un rave party, cantastorie, controstorie. Tra gli ospiti Irvine Welsh, Valeria Luiselli, Claudia Durastanti, Eraldo Affinati, Michael Fehr, Paolo Albani e Luigi Serafini.
Babel si spinge ai confini delle lingue naturali, alla ricerca di lingue immaginate, scomparse, futuribili, gergali, disprezzate, scientifiche, silenziose, visive ed enigmatiche. Lingue per articolare un cosmo ipotetico, come quello di Tlön tratteggiato da Borges, o mondi, come in Tolkien o Star Trek, oppure paesi, come gli Antipodi di Rabelais e la Persia nel Dialogo dei massimi sistemi di Landolfi. Lingue per chi è senza lingua, sia che la fugga o che la stia cercando: Nimrod, primo re di Babilonia e ideatore della torre di Babele, che si esprime in un linguaggio «a nullo noto»; le lamine d’oro orfiche, che infilate nella bocca dei morti guidavano nell’oltretomba l’anima iniziata, o la lingua ignota inventata da Hildegard von Bingen per riscattare il linguaggio dalla sua caduta. E ancora, lingue per tutti, come l’esperanto e gli esperimenti di lingue ausiliarie internazionali, lingue perfette e lingue logico-matematiche. E lingue per pochi, come i gerghi, gli slang, gli argot, ma anche crittografie, controscritture e anagrammi; lingue scherzose, infantili e furbesche; lingue iniziatiche, magiche o segrete; i dialetti e i patois, le lingue marginali, espatriate e disprezzate. Non parlerai la mia lingua sperimenta nuovi metodi e formati alternativi, per portare al pubblico di Babel lingue inaudite, inaccettabili, inaccessibili, accostando ai dialoghi con gli autori le dimensioni del laboratorio, della creazione collettiva e della performance.
Sabato 14 Settembre
Teatro Sociale, Bellinzona
Alle 14:00 Paolo Albani, la persona che studia, conosce, cataloga e racconta le lingue immaginate, in tutte le loro forme e deformazioni: l’abbreviata, l’adamica, l’adelfenzal, l’alchemica, e via dicendo. Insieme a lui, il creatore di uno dei casi più misteriosi e articolati di lingua fantastica e mondo fantastico, Luigi Serafini, autore del Codex Seraphinianus, amato da Calvino e Barthes, Manganelli e Tim Burton, e una serie di esseri ibridi che sembra non finire mai.
Paolo Albani, Berlinghiero Buonarroti
“Aga magéra difùra”
Zanichelli Editore
www.zanichelli.it
“Aga magéra difúra” sono le parole del primo verso di una poesia scritta in una lingua inesistente che a un personaggio di un racconto di Tommaso Landolfi viene, invece, spacciata per persiano. Questo dizionario è uno studio sulle lingue immaginarie, un viaggio avventuroso nel mondo fantastico dell’ invenzione linguistica: per lingua immaginaria si intende infatti una lingua artificiale, creata a tavolino da una o più persone. La ricerca spazia, senza alcun limite storico o geografico, nei campi più eterogenei (letteratura, teatro, cinema, musica, pittura, pubblicità, fumetti, televisione, linguaggi di programmazione) delineando itinerari che percorrono tutte le manifestazioni, dalle origini alle più recenti espressioni, dell’inventività linguistica.
IL POSTO DELLE PAROLE
ascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.it