Michele Farina “Quando andiamo a casa?

Michele Farina Michele Farina "Quando andiamo a casa?" Bur, vicino/lontano festival

Michele Farina
Quando andiamo a casa?
Bur

Michele Farina ha visto sua madre allontanarsi pian piano, inabissarsi fino a divenire quasi irraggiungibile. L’Alzheimer l’ha svuotata “con il cucchiaino dell’uovo alla coque”, portandola via un po’ alla volta ben prima del suo ultimo giorno. Come trovare un senso a un’esperienza del genere? Come superarla? Dopo dieci anni di silenzio, Farina ha deciso di farlo ripercorrendo – grazie al lavoro di giornalista – la propria storia in quella di altri, andando a cercare sua mamma negli occhi di malati sconosciuti. Ne è nata un’inchiesta unica nel suo genere, che descrive l’Italia dell’Alzheimer attraverso le vicende di pazienti, famiglie, operatori, ricercatori, strutture, associazioni. C’è Anna Maria, convinta di trovarsi nella casa di cura per inaugurare un nuovo negozio. C’è Emilio, che dopo quarantatré anni di matrimonio chiede alla moglie Elisa quando si sposeranno. C’è chi si è visto ridurre il vocabolario a due sole parole e chi invece ha una gran voglia di aprirsi e raccontare. Esperienze diverse, che disegnano però un percorso unitario. Il viaggio nel mondo di una patologia sempre più diffusa, complice l’allungarsi della vita, eppure “nascosta”: vissuta come un tabù, con dolore e vergogna, spesso nell’isolamento. Perché l’Alzheimer sembra restare fuori anche dai radar delle istituzioni: il morbo dell’oblio dimenticato dalla società, e per cui ancora non esiste una cura. Il risultato è un libro al tempo stesso potente e delicato, scritto con la grazia appassionata e ricca di empatia di chi ha combattuto da vicino questa piaga troppo a lungo ignorata.

Giornalista, scrive da vent’anni per il Corriere della Sera, occupandosi di Esteri. È autore di Quando andiamo a casa? (Bur 2015): una testimonianza privata e insieme un’inchiesta unica nel suo genere, che descrive l’Italia dell’Alzheimer, un viaggio nel mondo di una patologia sempre più diffusa, complice l’allungarsi della vita, eppure “nascosta”, vissuta come un tabù, con dolore e vergogna, spesso nell’isolamento.

domenica 8 maggio – ore 16,00
festival vicino/lontano, Udine

Guarire dalla vecchiaia?
con Michele Farina, Ferdinando Schiavo, Marco Toscano, Chiara Turrini, Francesca Carpenedo

in collaborazione con Federfarma Fvg
proiezione di Ti ho incontrata domani
cortometraggio di Marco Toscani
con Chiara Turrini, Mario Peretti, Lara Rigotti
una produzione S.I.P.A.A., 2015, 12’

Entro il 2050 il numero degli anziani passerà dall’11% al 22% della popolazione mondiale e la quota degli ultraottantenni risulterà quadruplicata. Aumenteranno in proporzione le persone con patologie neurodegenerative, tra tutte la malattia di Alzheimer. Nel mondo sviluppato, negli ultimi 50 anni, tale processo è stato in Italia uno dei più rapidi. Ciò farà inevitabilmente aumentare l’onere socioeconomico per la cura e l’assistenza degli anziani. Come ridefinire e riprogrammare le nostre politiche sanitarie? In una società che ci vorrebbe sempre vincenti, come curare, senza ricorrere all’abuso di psicofarmaci – che sedano e spesso stordiscono con pesanti effetti collaterali – la “malattia della vecchiaia”, lo smarrimento demenziale, l’isolamento, rispettando il diritto a essere malati, vulnerabili, sconfitti?

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