Luciano Bertello “Felice Bertola. Mito del balon ed eroe delle alte Langhe”

Luciano Bertello "Felice Bertola. Mito del balon ed eroe delle alte Langhe" Sorì Edizioni Luciano Bertello "Felice Bertola. Mito del balon ed eroe delle alte Langhe" Sorì Edizioni

Luciano Bertello
“Felice Bertola. Mito del balon ed eroe delle alte Langhe”


Sabato 16 luglio, alle 18, in piazza Molinari, a Cortemilia, il sindaco Roberto Bodrito inaugurerà la rassegna “Cortemilia è cultura”. Alle 18,30, in collaborazione con Sorì Edizioni e Ceretto, verrà presentato il libro “Felice Bertola-Mito del balon ed eroe delle alte Langhe”. Sarà presente l’ex campione di pallapugno.

Felice Bertola è il pallonista più vincente nella storia della pallapugno professionale quindi diversi esperti lo considerano il più forte giocatore di sempre. Bertola nacque in un paese situato in una zona dove notevole è la tradizione atletica della palla pugno quindi si dedicò a questa disciplina in età infantile. L’atleta vinse i titoli italiani in diverse squadre dal 1963 al 1967 poi dal 1969 al 1972 ancora nel 1975 poi dal 1977 al 1979 ancora nel 1984 e 1986.
Dopo l’attività agonistica Bertola è sempre chiamato il campionissimo da molti appassionati e, dopo le sue tante vittorie, ha messo la sua esperienza a disposizione della federazione di pallapugno impegnandosi in organizzazioni di eventi e competizioni pallonistiche. Nel 2006 gli conferirono l’onore di essere tedoforo trasportando la fiamma olimpica per la XX Olimpiade Invernale di Torino.

Luciano Bertello
“Piccola storia dei tajarin”
Viaggio affettuoso di un piatto povero diventato ricco
Slow Food Edizioni

https://www.slowfoodeditore.it/it/
L’intento è chiaro. Il celeberrimo piatto piemontese, traducibile con l’italiano “taglierini” ed erroneamente assimilato ai tagliolini, è il pretesto che spinge l’autore a narrare la storia gastronomica di quel territorio un tempo povero e maledetto raccontato da Beppe Fenoglio nella Malora, la Langa. Una ricetta femminile e famigliare, di cui le donne erano fiere custodi e che costituiva quasi un requisito per potersi sposare – saper tirare la sfoglia sottilissima per tagliare tajarin simili a capelli d’angelo – percorre la storia e i suoi eventi narrando di personaggi noti e meno noti (tra gli altri Cesare Pavese, Beppe Fenoglio, Giacomo Morra), affini o meno al mondo della gastronomia, e lascia nel lettore un affresco sociale prima che culinario. I tajarin raccontano il passaggio dalla cultura contadina a quella industriale, dalla malora dei campi ai successi dell’imprenditoria: da piatto semplice e legato al pranzo in famiglia – sono sempre abbondanti non come i ravioli che vengono spesso contati – diventano protagonisti del contesto borghese soprattutto grazie al fortunato incontro con il tartufo bianco d’Alba. E infine si passa alla ricetta, secondo le osterie e secondo i cuochi stellati, sul territorio nessuno rinuncia alla sua versione dei tajarin.


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