Eva Capirossi “Scritturapura”

Scritturapura Scritturapura

Eva Capirossi
“Scritturapura”

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Scritturapura è una piccola casa editrice indipendente nata, in forma di cooperativa, a inizio millennio tra le colline del Monferrato ma anche, da sempre, gravitante intorno all’asse Asti-Torino.
Il desiderio era, ed è, quello di volgere lo sguardo all’orizzonte, pubblicando prevalentemente letteratura straniera, letteratura delle terre ai confini dell’Europa: dalla Danimarca e dall’Olanda, dall’Islanda e dal Portogallo, dalla Turchia e dalla Russia. E qualche volta, perché no?, anche storie dal cuore dell’Europa, come da Germania, Svizzera e Belgio, e, più raramente, dal resto del mondo.
Ogni romanzo è una storia e anche una Storia: a latitudini diverse, donne e uomini, ragazze e ragazzi, declinano le contraddizioni e le magie dei loro Paesi d’origine, spesso rivelando tratti comuni, che li mostrano cittadine e cittadini di uno stesso mondo. Storie in chiaroscuro per rappresentare la ricerca di libertà dei diversi popoli ma anche le profonde ambiguità dell’animo umano. Il tutto a un livello letterario di qualità.
Animato da grande passione, il nostro piccolo gruppo di lavoro sogna di spingersi fino alle strade letterarie di Dublino, tra i bevitori di birra del Galles o i lapilli dei vulcani islandesi, e comincia a frequentare la Fiera del libro di Francoforte, quella di Londra e Istanbul, a tessere rapporti con gli Istituti di cultura di diversi Paesi, ad acquistare i primi diritti, assegnare traduzioni…
E così che abbiamo portato in Italia – per primi – alcuni degli scrittori più significativi e dirompenti dei loro Paesi, contemporanei e classici moderni (ossia, a grandi linee, intorno alla metà del ’900).

Ascolta la conversazione con Eva Capirossi

Come Sabahattin Ali (1907-1948), con La madonna col cappotto di pelliccia, classico turco del ’900 riscoperto nel 2013 dai manifestanti di Piazza Taksim e divenuto simbolo della lotta al regime (proposto anche da Fazi alcuni anni dopo): la storia straordinaria, commovente e intensissima dell’amore di uno studente turco nella Berlino degli anni Trenta per la donna ritratta in un quadro.
Oppure Gudrún Eva Mínervudóttir, con Il circo dell’arte del dolore e Il creatore, ospite d’onore delle cerimonie di apertura alla Fiera di Francoforte del 2011.
O Jan Wolkers, con Olga la rossa, romanzo cult della liberazione sessuale degli anni Sessanta in Olanda, da cui è stato tratto il film Fiore di carne.
O ancora l’austriaco Robert Menasse, con Don Juan de la Mancha, vincitore del Deutscher Buchpreis nel 2017 con La capitale (edito da Sellerio).
E Ahmet Ümit, con Capodanno a Istanbul, lo scrittore turco che ha pubblicato di più al mondo: 20 best sellers tradotti in 60 lingue.

Senza però disdegnare la letteratura italiana, contemporanea, che da Nord a Sud può avere un mondo dentro: Giorgio Bona, con Sangue di tutti noi, romanzo storico sulla vita spezzata del militante comunista Mario Acquaviva; Lorenzo Scoles, con Augusto Central, giallo legato alle cave di marmo delle Apuane dove, di fronte alla pietra scintillante, il protagonista ha una folgorazione; Gabriella Greison, con Prossima fermata Highbury, raccolta di racconti sul mondo del calcio; o Luca Ragagnin, con Cinque sigilli, testi immaginari di nove cantanti, da Janis Joplin a Nina Simone, in attesa di uno sposo che non arriva; o Salvo Zappulla, con Il violino di Dio, romanzo su un futuro distopico, conseguenza dei disastri ambientali delle nostre generazioni.
Ma anche, saggi d’arte, architettura, testi legati ad esperienze in ambito sociale e letteratura di viaggio.
E, infine, antichi classici del Monferrato, come Matteo Bandello e Vittorio Alfieri.

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