Edoardo Albinati “Vite sospese”

Edoardo Albinati, Francesca D'Aloja. Vite in sospeso. Baldini Castoldi Edoardo Albinati, Francesca D'Aloja. Vite in sospeso. Baldini Castoldi

Edoardo Albinati, Francesca D’Aloja
“Vite sospese”
Migranti e rifugiati alle frontiere d’Europa

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Dopo aver percorso i deserti del Niger lungo il cammino di chi tenta di arrivare al Mediterraneo, Francesca d’Aloja ed Edoardo Albinati hanno partecipato a nuove missioni dell’Agenzia ONU per i Rifugiati-UNHCR, stavolta percorrendo qualche tratto della famigerata “rotta balcanica”, che dal Medio Oriente conduce verso le nostre frontiere. È un percorso irto di pericoli, ma chi sta fuggendo dalla miseria e dalla guerra (il più delle volte, da entrambe) lo affronta come unica possibilità per conservare la vita o costruirsene una migliore.

Su queste piste rischiose, attraverso foreste, fiumi e lande desolate, e confini spesso difesi in modo feroce, sono passati a centinaia di migliaia negli anni recenti, provenienti dalla Siria devastata, ma anche da Paesi molto più lontani: viaggi che durano mesi o anni, spesso costellati da sofferenze e umiliazioni, da trappole, inganni e brutalità che noi stentiamo a immaginare. Eppure, malgrado le ferite fisiche e morali inflitte loro lungo il cammino, i protagonisti di questo reportage rivelano sempre una sorprendente forza vitale e l’ostinazione di chi sta solo cercando di riconquistarsi un minimo di dignità.

Dopo l’Africa narrata in Otto giorni in Niger, ritroviamo d’Aloja e Albinati alle frontiere che separano Macedonia del Nord, Serbia, Romania e Ungheria, Slovenia e Italia, e infine tra le montagne piemontesi, dove migranti e rifugiati diretti in Francia tentano forse l’ultimo passaggio. Senza alcun pietismo né partito preso gli autori hanno raccolto per noi le voci di chi ha tentato ripetutamente il “game” – il gioco rischioso di attraversare frontiere ostili – e decine di volte sono stati respinti: racconti impressionanti da leggere oggi, quando quelle stesse frontiere europee si sono aperte per accogliere, calorosamente, i profughi della guerra in Ucraina. Ma dalle quinte di questo libro si affacciano anche altri personaggi, altrettanto ostinati: sono tutti coloro che si adoperano per soccorrere, accogliere, curare.

Francesca d’Aloja (Roma, 1963) è una scrittrice, attrice e regista. Dopo varie esperienze teatrali si è dedicata al cinema lavorando con registi come Ferzan Özpetek, Ettore Scola, Claudio Caligari e Marco Risi. Debutta nella narrativa nel 2007 con il romanzo Il sogno cattivo, a cui fanno seguito Anima viva (2015), Cuore, sopporta (2018) e Corpi speciali (2020). Con Edoardo Albinati ha pubblicato, nel 2018 per Baldini+Castoldi, il reportage Otto giorni in Niger.

Edoardo Abinati (Roma, 1956), lavora da molti anni come insegnante nel carcere di Rebibbia. Nel 2002 e 2004 ha svolto missioni per l’UNHCR in Afghanistan e in Ciad. Tra i suoi libri Maggio selvaggio, Orti di guerra, Tuttalpiù muoio (scritto con Filippo Timi), Vita e morte di un ingegnere, Un adulterio. Con La scuola cattolica ha vinto il premio Strega 2016.


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