Eugenio Signoroni “Guida alle Birre d’Italia 2017”

Eugenio Signoroni Eugenio Signoroni, Guida alle birre d'Italia 2017, Slow Food

Eugenio Signoroni, Luca Giaccone
“Guida alle Birre d’Italia 2017”
Slow Food

La Guida alle birre d’Italia giunge alla sua quinta edizione, raccontando un mondo che in tutti questi anni si è evoluto profondamente e con grande velocità. Quando, tra il 2007 e il 2008, abbiamo iniziato a pensare alla sua prima edizione, l’artigianato birrario italiano era un fenomeno ancora circoscritto, non solo da un punto di vista numerico (nella prima edizione si recensivano 141 birrifici, oggi più di 500, circa la metà di quelli attivi in Italia), ma soprattutto come rilevanza culturale e diffusione mediatica: allora si poteva senz’altro parlare di nicchia. Oggi le cose sono molto cambiate, la birra è approdata addirittura nelle aule parlamentari, dove si discute della definizione di birra artigianale. Da nicchia è diventato fenomeno di moda, se ne parla tanto, purtroppo non sempre in modo corretto. In tutti questi anni la nostra guida ha seguito l’evoluzione di questo affascinante settore. Lo ha fatto con attenzione, passione e rispetto.

Attenzione a tutte le sfumature della crescita, a tutti i temi che l’esplosione dei birrifici artigianali ha inevitabilmente sollevato, dalla definizione stessa di birra artigianale (sulla quale rimaniamo piuttosto scettici), all’opportunità di sviluppare una filiera di materie prime nazionali, all’assurdo e pericoloso attacco crafty (birre solo fintamente artigianali) di alcune multinazionali, fino all’evoluzione delle tipologie prodotte dai nostri artigiani. Evoluzione che ha portato nell’ultimo periodo anche al riconoscimento internazionale di uno “stile” italiano, le Italian grape ale (famiglia di birre che prevede l’utilizzo di uva in qualche forma tra gli ingredienti). La passione e l’amore per le birre ci hanno spinto ad affrontare, di nuovo, questo difficile e lungo lavoro, impossibile senza il contributo dei nostri collaboratori che, mai come in questa edizione, hanno svolto un compito complesso, corposo e delicato. Un lavoro complicato perché da un lato vuole descrivere un mondo estremamente dinamico, che sta ancora cercando la sua maturità (anche se ha appena compiuto vent’anni) e che cambia rapidamente e profondamente. E dall’altro perché vuole tentare di “guardare oltre” a quella che è la situazione attuale immaginando quale potrebbe essere lo scenario reale per chi acquista la guida.
Un’importante novità di questa edizione è, per esempio, la decisione di inserire tutte le beer firm (il fenomeno dei marchi sprovvisti di impianto produttivo è ancora in forte crescita) a patto che sia chiara l’indicazione del birrificio che produce le birre, almeno sul sito internet e sui social di riferimento, in questa prima fase, e chiedendo di adeguare – appena possibile – anche le etichette sulle bottiglie. È stato un passaggio tutt’altro che semplice, ma molti beer firmer hanno capito che questa richiesta nasce soltanto dalla voglia di fornire una corretta informazione ai consumatori e ci hanno seguito.

Un altro piccolo passo che va nella direzione che riteniamo giusta, in cui il consumatore è consapevole di quello che ha nel bicchiere.

Buone birre d’Italia!

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