Bruno Ventavoli

TuttoLibri - La Stampa

Bruno Ventavoli, direttore “Tuttolibri”, La Stampa

Quando nacque Tuttolibri, 40 anni fa, si pubblicavano in Italia 17 mila titoli l’anno, e sembravano già molti. Arrigo Levi, direttore de La Stampa che ideò e volle fortemente la nuova rivista di libri, lo sottolineò nell’editoriale d’apertura, che verrà ripubblicato sabato 31 ottobre col numero dedicato alla ricorrenza. Già sembravano tanti. Oggi sono diventati circa 60 mila, e il nostro settimanale è ancora lì, a fare il suo lavoro. Sono giorni di festa per il giornale, che celebra un anniversario importante non solo per gli enormi cambiamenti intervenuti in Italia, ma anche per quelli che l’informazione culturale sta fronteggiando.

Al Circolo della Stampa, ne hanno parlato con molti ospiti il direttore Mario Calabresi, il responsabile del supplemento Bruno Ventavoli e un grande giornalista come Furio Colombo, che intervistò Pier Paolo Pasolini proprio alla vigilia della morte, e pubblicò il suo «pezzo» sul secondo numero di Tuttolibr i, l’8 novembre 1975. Con loro Sandro Rosa, presidente del Circolo, e fra i primi redattori, allora, di un gruppo dove il più anziano, Vittorio Messori, aveva come ha ricordato egli stesso in un messaggio di saluto, 34 anni.

Erano giovani, in un’Italia che sembrava avviarsi alla catastrofe, e puntavano tutto sulla cultura, il confronto, la discussione.Tuttolibr i era «nuovo» per molti aspetti, non solo questo. Lo era graficamente, e soprattutto nel porgere un nuovo tipo di informazione, raccontando i libri, il mercato, l’editoria, i poeti e gli scrittori. Prima d’allora in Italia le riviste letterarie erano altra cosa: certamente di grande qualità, ma dirette a un’élite che in teoria sapeva già tutto quanto accadeva in libreria. Sull’esempio del mondo anglosassone, invece, Tuttolibri si rivolgeva a un pubblico ormai «di massa», per usare un termine che allora non aveva grandi connotazioni positive, mentre l’editoria stava rapidamente cambiando, il panorama si trasformava e il Paese, nonostante la crisi politica, nonostante gli Anni di Piombo, si stava modernizzando.

Fu da subito una bussola. «Nella mia esperienza di lettore, ha rappresentato una guida al cibo della mente» ricorda l’assessore torinese alla Cultura, Maurizio Braccialarghe. La nascita di Tuttolibri concise del resto con un momento storico «in cui La Stampa ha avuto una funzione molto importante nella vita civile – dice Furio Colombo -, consistente nel tentativo di tenere insieme il tessuto connettivo del Paese».

Fu una battaglia da cronisti di libri, una pedagogia reciproca tra giornalisti, librai, lettori, editori. Allora, sono ancora parole di Colombo, «l’idea di Arrigo Levi mi sembrò di grandissimo coraggio: la cultura come trincea, sacchetti di sabbia intorno alla vita pubblica che si stava frantumando». E oggi? Il compito di Tuttolibri è sempre stato quello di offrire prospettive di orientamento, ragiona Ventavoli, e nel mare immenso della produzione libraria serve più che mai un bussola. Ma c’è altro, non basta più «cercare libri che val la pena di leggere». C’è il web, che ha trasformato chiunque lo desideri in uno scrittore, ha creato un universo nuovo. I mondi sono diventati permeabili, «la sfida di Ttl e dell’informazione culturale è di mettersi al centro di questa circolarità».

Un settimanale nato nell’era della carta ha vinto la crisi degli ultimi anni che ha investito proprio la carta stampata. Ora le cose vanno meglio, come ricorda Mario Calabresi, ma ci sono stati periodi in cui «8 pagine intere per parlare di libri erano un lusso cui sembrava di dover rinunciare. Sono contento di non averlo fatto», dice, anche perché «è un pezzo fondamentale nel Dna di una testata come la nostra». C’è stato un passaggio storico difficilissimo «ma vedo con orgoglio che nelle librerie più remote ci sono, ritagliate e appiccicate, le nostre recensioni».
Quarant’anni sono tanti, una lunga avventura che non è finita. «Il giornalismo è qualcosa di più di un lavoro. È una passione che dà senso alla vita», manda a dire Arrigo Levi. Una passione che non finisce. C’è qualche sorpresa, più d’una, sulla rampa di lancio. Che riguarda il web e non solo. Tenetevi pronti.
Mario Baudino – La Stampa