Stefania Marinoni – Mario Benedetti “Il diritto all’allegria”

Stefania Marinoni Stefania Marinoni, traduttrice "Il diritto all'allegria" di Mario Benedetti, Nottetempo Edizioni

Stefania Marinoni, traduttrice
Mario Benedetti
“Il diritto all’allegria”
Nottetempo
www.edizioninottetempo.it

“Abbiamo diritto all’allegria. A volte è fumo o nebbia o un cielovelato. Ma dietro questi contrattempi c’è lei, in attesa. Nell’anima c’è sempre una fessura a cui l’allegria si affaccia con le pupille spalancate. E allora il cuore si fa piú vivace, abbandona la quiete ed è quasi uccello.”

Tutta l’ironia e la tenerezza, l’estro e la malinconia, l’incanto e il disincanto di Mario Benedetti trovano il loro culmine in questo libro pubblicato nel 2007, due anni prima della sua morte. Composto di brevi testi in cui si alternano racconti e riflessioni, aforismi e giocose intemperanze della lingua, elogio della vita e ricognizione della morte, le minuzie di ogni giorno e le grandi domande inevase dell’esistenza, Il diritto all’allegria è una collezione dei temi, delle passioni e delle ossessioni del grande scrittore uruguaiano, messaggi in bottiglia lanciati dalla “chiatta dell’utopia”. Tra dèi latitanti e rapaci padroni della terra, guerre e mercati, in mezzo all’assurdità di questo “millimetro di universo che ci è toccato in sorte”, Benedetti irride ogni potere e salva quello che resiste: alberi, uccelli, stupori, i sentimenti che danno “colore al mondo”, la vertiginosa fragilità dell’essere umano, i piedi degli scalzi, le parole che respirano “all’aria aperta”, fuori dai dizionari. E, non ultimo, l’irriducibile “diritto all’allegria”, malgrado tutto.

Colore al mondo
Milioni e milioni. In tutte le monete. Tanto ci costa ve- ri care se ci sono esseri viventi (Adami ed Eve, serpen- ti o gorilla, alberi o praterie) su pianeti di roccia o di chissà cosa, mentre su questo piccolo pianeta pieno di vita migliaia di bambini muoiono di fame civilizzata.
I sentimenti si dileguano, a volte si rifugiano in covi d’amore, ma quando escono all’aria chiusa o aperta danno colore al mondo, non all’universo irraggiungi- bile ma al mondo piccolo, l’orizzonte privato entro cui ci muoviamo. Grazie a loro, ai sentimenti, diventiamo consapevoli di non essere altri, di essere noi stessi. I sentimenti ci consegnano un nome, e con quel nome siamo quel che siamo…

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Mario Benedetti (1920-2009), è stato uno dei massimi narratori e poeti del Novecento. Ha cominciato a guadagnarsi la vita come commerciante, contabile, impiegato, giornalista e traduttore. È stato direttore del Centro di Ricerche Letterarie della “Casa de las Américas” all’Avana, e del Dipartimento di Letteratura Latinoamericana, dell’Università di Montevideo. Dopo il golpe militare del 1973, ha rinunciato all’incarico universitario ed è partito in esilio, durato 12 anni, prima in Argentina, poi in Perù, a Cuba e in Spagna. Nel 1999 ha ricevuto il prestigioso Premio di Poesia Reina Sofìa. Tradotti in Italia: Racconti (Multimedia, 1995), Inventario: poesie 1948-2000 (Le Lettere, 2001), Grazie per il fuoco (La Nuova Frontiera, 2011) e Fondi di caffè (La Nuova frontiera, 2013).
Chi di noi, del 1953, è il suo sorprendente romanzo d’esordio. La tregua, pubblicato da nottetempo nel 2006 e rilanciato nel 2014 con grande successo, ha ricevuto il Mix Prize 2015.

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