Roberto Celada Ballanti “Una comunità di destino, molte religioni: quale dialogo per il futuro dell’umanità? Festival della Mente

Roberto Celada Ballanti Roberto Celada Ballanti "Festival della Mente"

Roberto Celada Ballanti
“Una comunità di destino, molte religioni: quale dialogo per il futuro dell’umanità?”
Festival della Mente

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Domenica 1° settembre, ore 09:45
Roberto Celada Ballanti
“Una comunità di destino, molte religioni: quale dialogo per il futuro dell’umanità?”
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Dalle moderne guerre di religione agli attuali rigurgiti fondamentalisti, il dialogo tra le fedi si è mostrato irto di difficoltà. In un tempo ‒ quale è il nostro ‒ in cui la multiculturalità impone relazioni tra etnie, visioni del mondo e religioni, in cui la globalizzazione ridisegna gli assetti planetari, e in cui Dio o gli dèi sono sottoposti a permanenti metamorfosi, occorre un paradigma dialogico che superi il concetto di tolleranza, inadeguato a fronteggiare le sfide del terzo millennio. Sono praticabili dei sentieri che rendano pensabile, nell’attuale Babele religiosa, un pacifico agone che rispetti la polifonica diversità nell’unità?

Roberto Celada Ballanti è professore ordinario di Filosofia della religione e di Filosofia del dialogo interreligioso presso il Dipartimento di Antichità, filosofia e storia dell’Università di Genova. Tra i suoi lavori: Erudizione e teodicea. Saggio sulla concezione della storia di G.W. Leibniz (Liguori, 2004); Pensiero religioso liberale. Lineamenti, figure, prospettive (Morcelliana, 2009); Filosofia e religione. Studi su Karl Jaspers (Le Lettere, 2012); Religione, storia, libertà. Studi di filosofia della religione (Liguori, 2014); La parabola dei tre anelli. Migrazioni e metamorfosi di un racconto tra Oriente e Occidente (Storia e Letteratura, 2017).

Roberto Celada Ballanti
“La parabola dei tre anelli”
Edizioni di Storia e Letteratura

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Dalla più antica redazione conosciuta, la parabola della perla caduta nella notte, contenuta in un dialogo tra Timoteo I e al-Mahdi nella Baghdad del secolo VIII, alla terza novella della prima giornata del Decameron, fino al dramma teatrale illuminista Nathan il Saggio di Lessing, i racconti degli anelli, migrando tra Oriente e Occidente, trasformandosi, varcando confini identitari, ridisegnando mappe geopolitiche, schiudono nelle religioni del Libro – Ebraismo, Cristianesimo, Islam – un elemento di perturbante problematicità. Si tratta della ‘lacuna’ segnata dall’anello autentico confuso tra copie fatte forgiare da un buon padre – così nella versione di Boccaccio – per non mortificare nessuno dei tre figli, ugualmente amati, il cui esito è l’indistinguibilità del gioiello originale, il dubbio su chi lo possegga e sul luogo in cui rinvenirlo. È il ‘vuoto’ che, sospendendo la pretesa di un’origine esclusiva, ricorda alle religioni la vanità di ogni chiusura e intolleranza.

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