Conversazione di Livio Partiti con Stefano Passigli
IRENE NEMIROVSKY
SIAMO STATI FELICI
PASSIGLI EDITORE
Con il titolo Siamo stati felici sono qui riuniti nove
racconti, tutti incentrati su figure femminili, pubblicati dalla grande
scrittrice – francese d’adozione – Irène Némirovsky, nata a Kiev nel 1903 e tragicamente scomparsa ad Auschwitz, dove era stata deportata, nel 1942.
Per la prima volta tradotti in italiano, questi racconti erano usciti su
diverse riviste, negli anni tra il 1933 e il 1942, e dunque vanno a
intersecarsi con la pubblicazione di grandi opere come L’affare Kutilov
(1930), Il vino della solitudine (1935), Jezabel (1936), I cani e i lupi
(1940), che avevano consacrato la scrittrice ebrea di origine ucraina
come una delle maggiori narratrici di lingua francese della sua epoca.
In tutti questi racconti, splendidi sono i ritratti delle donne
protagoniste, che riflettono sugli episodi più intensi, a volte più
drammatici, della propria esistenza; sempre legati a un amore incontrato
e vissuto, oppure incontrato e perduto, che è stata la chiave di volta
del loro destino. L’amore come passione, certo, ma con tutti i suoi
ingredienti più contrastanti e antitetici: la gioia incontenibile, il
piacere devastante, la sudditanza psicologica, la sofferenza estrema… E
quasi sempre la felicità è al passato, nel ricordo, a volte enigmatico, a
volte remoto, ma sempre ben presente, di un tempo in cui tutti noi
‘siamo stati felici’, per quel «sapore che soltanto l’amore può dare
alla vita, un sapore di frutto, appetitoso, succulento, quasi aspro, un
sapore di labbra giovani».
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