Salvatore Natoli “Festival Filosofia”

festival filosofia festival filosofia

Salvatore Natoli
“Festival Filosofia

https://www.festivalfilosofia.it/

Festival Filosofia, Carpi
Sabato 17 settembre 2022, ore 11:30
Lezione Magistrale di Salvatore Natoli
“La virtù e il merito”

Virtù e merito sono entrambi agonistici (perché anche la prima è in concorrenza, contro il vizio): ma praticare il bene può essere solo un principio performativo?

Salvatore Natoli è stato a lungo professore di Filosofia teoretica presso l’Università di Milano-Bicocca. Attento alla ricostruzione delle linee fondamentali del progetto moderno, ha rivolto la sua attenzione al senso del divino nell’epoca della tecnica e alla possibilità di un’etica che sappia confrontarsi con il rapporto tra felicità e virtù e con gli aspetti della corporeità e del sacro, sottovalutati dal razionalismo classico. Ha indagato l’esperienza del dolore, dedicando studi anche alla teoria dell’azione e alle forme del fare. Tra le sue opere recenti: L’edificazione di sé. Istruzioni sulla vita interiore (Roma-Bari 2010); I comandamenti. Non ti farai né idolo né immagine (con P. Sequeri, Bologna 2011); Le verità del corpo (Milano 2012); Le inquietudini della fede (Venezia 2014); I nodi della vita (Brescia 2015); Il rischio di fidarsi (Bologna 2016); Scene della verità (Brescia 2018); L’animo degli offesi e il contagio del male (Milano 2018); Il fine della politica. Dalla «teologia del regno» al «governo della contingenza» (Torino 2019); Uomo tragico, uomo biblico. Alle origini dell’antropologia occidentale (Brescia 2019); L’uomo dei dolori (Bologna 2020).


Salvatore Natoli
“L’uomo dei dolori”
Edizioni Dehoniane EDB

https://dehoniane.it/
Il dolore che viene rappresentato nella Via Crucis è fortemente implicato con l’iniquità poiché è il giusto che muore a causa del male inflittogli da altri uomini. La Via dolorosa è dunque un’allegoria della nostra condizione e la potenza del messaggio cristiano non si limita a premiare il giusto, ma a perdonare e trasformare il cattivo. Gesù non ha tolto il dolore dal mondo uccidendo il colpevole, ma ha mostrato agli uomini l’iniquità mostrandosi come vittima innocente. Così Gesù manifesta il divino che c’è nell’uomo. In questo senso, anche senza risurrezione, il cristianesimo resta paradossale e anche un non credente si può sentire cristiano.


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