Rosangela Pesenti
“Come sono diventata femminista”
Manni Editori
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Tra una settimana arriva Valentina, vuole ascoltare dalla zia la storia della sua vita, dell’impegno politico in un piccolo paese della Lombardia, delle vicende famigliari, delle lotte femministe degli anni Settanta, delle scelte personali e intime.
Nell’attesa della nipote, la protagonista ripercorre la propria esistenza, tra sogni conquiste e sconfitte. Sono ricordi a volte faticosi, e le sembra di non aver voglia di rivivere tutto. Anche per questo, a settant’anni, è approdata in una casa solitaria di fronte al mare, a distanza di sicurezza dal passato, tra libri, gatti e scatoloni pieni di carte che non le va di mettere a posto.
Eppure, quando irrompe la memoria di un tempo dedicato alla politica e con le donne, si apre uno spiraglio, e le distanze si fanno più brevi.
“Mi sveglio nel cuore della notte, sudata, buttata dal naufragio di un sogno in un luogo che non riconosco subito. Il tatto mi riporta a casa, distesa nelle lenzuola di lino rinfrescate dalla notte scivolata nella stanza dallo spiraglio della finestra.
La coscienza immediatamente ritrovata è il microscopio con cui indago il segreto delle parole tentando di capire lo spazio tra sensi e sillabe, la terra di nessuno che non so attraversare.
La notte non ha un cuore e io non so nemmeno immaginare un naufragio: la lingua mi precede e mi avvolge di significati che abito senza riconoscermi.”
Rosangela Pesenti
È nata nel 1953, vive nella pianura bergamasca.
Ha insegnato Storia e Letteratura nella scuola superiore e svolge attività di formazione per associazioni e istituzioni su vari temi intorno all’esistenza, presenza e cittadinanza delle donne.
È stata a lungo dirigente nazionale dell’UDI ‒ Unione Donne in Italia.
Per Manni ha curato il libro di Velia Sacchi Io non sto a guardare, del 2015.
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