ROBERTO AUDISIO

Conversazione di Livio Partiti con Roberto Audisio, Fondo Ambiente Italiano.

 

ROBERTO AUDISIO

LA VILLA ROMANA DI COSTIGLIOLE SALUZZO:

DALLA SCOPERTA ALLA VALORIZZAZIONE

 

FONDO AMBIENTE ITALIANO

 

 

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Dal 2003, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica e con il
sostegno del Comune di Costigliole, l’'Università di Torino ha avviato
l’'esplorazione sistematica del sito individuato in proprietà comunale, a
ridosso dell’'Istituto scolastico “Don Giorgio Belliardo”. Le attività
di scavo e di ricerca – dirette inizialmente dalla prof.ssa Marcella
Barra Bagnasco e, dal 2007, dal prof. Diego Elia, entrambi docenti di
Archeologia Classica presso il suddetto ateneo -, hanno coinvolto negli
anni decine di studenti universitari, laureandi, specializzandi e
dottorandi; alla direzione collabora inoltre la dott.ssa Valeria
Meirano, docente di Archeologia classica presso il Corso Interfacoltà in
Conservazione e Restauro dei Beni Culturali. Alle attività di indagine
partecipano in particolare i dott. Annamaria Maggi, Carla Scilabra e
Marco Serino, mentre il rilievo delle strutture è curato dalla dott.ssa
Barbara Carè.

Lo scavo unisce alle evidenti finalità scientifiche un chiaro
intento didattico: a Costigliole, infatti, è attivo il più ampio
cantiere-scuola per la formazione di giovani archeologi in Piemonte.

Il sito, di grandissimo interesse, è ubicato in posizione
“strategica”, all’incontro tra lo sbocco in pianura della Val Varaita e
l’importante direttrice pedemontana che passava, tra le altre località,
per Forum Germa (Caraglio) e Pedona (Borgo San Dalmazzo).

Le varie emergenze sinora poste in luce rivelano un’occupazione
molto estesa e fitta, per una superficie pari a quasi 3 ettari. L'area
indagata in modo sistematico si estende per oltre 2000 mq: al suo
interno si segnala in particolare un vasto complesso che ha conosciuto
diverse fasi nel corso del tempo, a partire dall'età augustea fino al
periodo tardo-antico. Esso ospitava apprestamenti e vasche per la
pigiatura dell’'uva e la raccolta del mosto. L’interesse di questa
scoperta risiede nel fatto che si tratta a tutt’oggi del primo impianto
per la produzione vinicola rinvenuto nel Piemonte meridionale, tra i
meglio conservati in tutta l’Italia settentrionale. L’edificio serviva
inoltre allo stoccaggio del vino e forse di altre derrate alimentari.

Nel complesso erano presenti anche aree caratterizzate da un
maggiore impegno costruttivo, a destinazione residenziale, come dimostra
il rinvenimento di un ambiente pavimentato con un raffinato cocciopesto
decorato da motivi a croce, realizzati con tessere in pietra bianca e
grigia, nonché di un ampio cortile interno pavimentato con un’accurata
gettata di pietrisco bianco impreziosita da bande in mosaico a tessere
grigie.

L’esplorazione ha inoltre consentito il ritrovamento di numerosi
reperti – ceramiche, anfore, utensili in metallo, piccoli contenitori in
vetro, laterizi, vasi in pietra, lucerne, ecc. – che contribuiscono a
ricostruire le attività quotidiane e la rete dei rapporti commerciali in
cui era inserito il sito romano di Costigliole.

I risultati delle indagini condotte nel corso delle varie campagne
sono stati tempestivamente comunicati su riviste scientifiche del
settore e in occasione di convegni e conferenze, tenutesi anche a
Costigliole Saluzzo. Il lavoro di ricerca confluirà presto in una
pubblicazione complessiva, attualmente in fase di preparazione.

La campagna di scavo 2008, in corso nei mesi di giugno e luglio, è
mirata ad ampliare l'indagine sul sito, la cui importanza ai fini della
comprensione dei modi di occupazione e di sfruttamento del territorio
nel Piemonte meridionale emerge in misura sempre più evidente.

 

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ROBERTO AUDISIO


 

 

 

 

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