Piero Somaglino “Avere una musa di fuoco”

Piero Somaglino. Avere una musa di fuoco. Seb 27. Piero Somaglino. Avere una musa di fuoco. Seb 27.

Piero Somaglino
“Avere una musa di fuoco”
SEb27

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«Così saltando, suonando, recitando per un istante noi siamo la vita e non una sua sciocca scopiazzatura; ma per tutto ciò serve un accordo, un patto, e poi… poi oltre l’attimo c’è il nulla, questo è il bello: non è necessario più nulla».

Questa vicenda si svolge negli ultimi vent’anni dell’Ottocento, fra il Piemonte, l’Argentina e ciò che accidentalmente ci sta in mezzo. Jean, giovane umile ma istruito, in fuga dagli orizzonti angusti della sua valle alpina, apprenderà cos’è il teatro, il suo mostrarsi effimero e inafferrabile, il “patto” esclusivo fra attore e pubblico, lavorando prima per la compagnia torinese delle Marionette Lupi, poi con quella anglosassone delle Holden’s Imperial Marionettes in tournée in Europa e in America del Sud. Personaggi reali (noti e meno noti) si alternano a quelli inventati, tra documenti storici, puntigliose ricostruzioni e verosimili fantasticherie. Intanto intorno scorre il flusso degli eventi, la cronaca del tempo; compresi epidemie e tumulti. A guidare il viaggio del giovane protagonista saranno le parole delle opere di William Shakespeare, tradotte e sussurrategli all’orecchio dalla ferma voce di Elaine, l’intrepida equilibrista figlia di Thomas Holden; ma anche le idee di giustizia sociale, declamate nei comizi da Edmondo De Amicis o stampate nella tipografia dell’amico Renzo. Un vagabondaggio narrativo, un’allegoria del teatro racchiusa tra la piccola e la grande Storia.

Piero Somaglino. A editor preferisce la qualifica artigianale di redattore editoriale, attività che gli permette di campare da oltre trent’anni. In precedenza si è impicciato di teatro, del suo fare e della sua storia, quanto di un numero congruo di altre corbellerie. Dal 1992, come editore, cura un catalogo prettamente incentrato sulla saggistica di ricerca storica e sociale. Avendo consumato parecchio del suo tempo tra le bramosie degli autori e le riluttanze dei lettori, ha acquisito una distaccata consapevolezza sul senso del far libri e sulla «infinita vanità del tutto». Oggi, quando non si applica al mestiere, fondamentalmente legge per sollazzo, pratica amaca e viaggia per il continente in bicicletta. Questo è il suo solo romanzo, promette.


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