Omar Di Monopoli “Uomini e cani”

Omar Di Monopoli Omar Di Monopoli "Uomini e cani" Adelphi

Omar Di Monopoli
“Uomini e cani”
Adelphi

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In una immaginaria, ma più che verosimile, cittadina del Salento, chiamata Languore, non esistono buoni e cattivi, ma solo individui che lottano per la sopravvivenza, con rabbia, con brutalità, o con cieca disperazione; le sparatorie, le violenze, gli stupri, le sopraffazioni di ogni genere si susseguono, quasi a toglierci il respiro – né c’è differenza vera tra gli uomini e i cani che questi si sono scelti come compagni, altrettanto feroci e ottusi. Sullo sfondo di una natura riarsa, in una terra che sembra posta agli estremi confini del mondo, si consuma una serie di drammi strettamente intrecciati fra loro. E a raccontare questa umanità sconfitta e allucinata, c’è la lingua di Omar Di Monopoli – una lingua, è stato scritto, «tornita, barocca e dialettale».


“Ma qui non basta un pezzo di carta per stabilire chi spara e chi no. Da ste parti, la gente si divide in due categorie: quelli che ciànno una pistola in casa… e quelli che ciànno un fucile!”

Omar Di Monopoli
Nella perfida terra di Dio
Adelphi

Da tempo, al nome di Omar Di Monopoli ne sono stati accostati alcuni altri di un certo peso: da Sam Peckinpah a Quentin Tarantino, da William Faulkner a Flannery O’Connor. Per le sue storie sono state create inedite categorie critiche: si è parlato di western pugliese, di verismo immaginifico, di neorealismo in versione splatter. Nonché, com’è ovvio, di noir mediterraneo.

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Omar Di Monopoli “Nella perfida terra di Dio”


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