Nadia Urbinati “L’ipocrisia virtuosa”

Nadia Urbinati. L'ipocrisia virtuosa

Nadia Urbinati
“L’ipocrisia virtuosa”
Il Mulino

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Siamo sicuri che dire sempre ciò che si pensa ci aiuterà a vivere una vita migliore e a trattare gli altri con rispetto? O forse questo precetto, apparentemente tanto saggio, a volte ha fatto precipitare le nostre vite pubbliche e private?
Sincerità e intransigenza vincono su tutto, anche sulla buona relazione con gli altri?
Dire quel che si pensa, sempre. È questa regola di autenticità che l’ipocrisia mette in discussione. Infatti è anche la ragione per la quale è giudicata in modo negativo, come un fatto di incoerenza intenzionale tra pensieri, parole e comportamenti. Questo fa dell’ipocrita un sabotatore silenzioso dell’ordine morale? Una persona che erode nell’ombra le fondamenta della fiducia? Senza fiducia non c’è società né amicizia né amore. Ma società, amicizia e amore non sono possibili senza una qualche dose di ipocrisia. Nel difficile equilibrismo tra il non fare male agli altri e il non fare male a se stessi, l’ipocrisia allena a pensare in maniera complessa e a stare in relazione con gli altri sul palcoscenico pubblico. A patto che non diventi sistemica e che non tracimi in menzogna e manipolazione.

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Nadia Urbinati insegna Teoria politica alla Columbia University di New York. Collabora a diversi quotidiani nazionali. Con il Mulino ha pubblicato «Io, il popolo. Come il populismo trasforma la democrazia» (2021).

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