Massimo Arcangeli
“La solitudine del punto esclamativo”
Il Saggiatore
ilsaggiatore.com
I segni grafici che utilizziamo ogni giorno hanno origini antiche e misteriose. Ci sono stati tramandati da pitture rupestri, iscrizioni precolombiane e papiri, poi dalle opere di filosofi, matematici e poeti; sono stati immortalati con l’inchiostro di un calamaio o di un torchio, fino alla loro comparsa sulle ingombranti tastiere delle prime telescriventi o dei computer e, oggi, sui touchscreen di tutti gli smartphone.
Lettere, segni di interpunzione, numeri arabi e romani: artefici e custodi dell’umanità – e forse anche loro ultima documentazione possibile –, da sempre questi simboli testimoniano la nostra storia, raccontano le leggende, fissano le conquiste scientifiche, le conoscenze geografiche e le fatiche letterarie: senza di loro non conserveremmo alcuna memoria e non sarebbe possibile l’evoluzione.
Ma come nasce una lettera? Come si è deciso che un punto nel bianco della pagina dovesse rappresentare una pausa lunga? Perché il cancelletto e la chiocciola sono diventati così importanti nelle nostre scritture quotidiane? E quali saranno i simboli del futuro? Impareremo a leggere e scrivere su Internet o ci sarà una rivoluzione nelle scuole?
Immergendosi nelle grandi opere del passato – tra le segrete numerologie della Divina Commedia, gli oracoli della Sibilla, gli acrostici di Napoleone – e perlustrando le più recenti tecnologie di comunicazione – come Facebook, Twitter e le innumerevoli chat –, Massimo Arcangeli ricostruisce e interroga nella Solitudine del punto esclamativo secoli di profonde mutazioni nelle lingue di tutto il mondo. Con il rigore scientifico della ricerca sapienziale e l’incalzare di una narrazione favolistica, riscopre così negli enigmi e nei giochi, nelle deviazioni e nelle scoperte accidentali dei caratteri tipografi ci le chiavi per decifrare il nostro passato e, con sospetto o fascinazione, provare a immaginare il futuro.
Massimo Arcangeli è un linguista e critico letterario, ordinario di Linguistica italiana presso l’Università di Cagliari e garante per l’Italianistica nella Repubblica Slovacca. È consulente scientifico per la Società Dante Alighieri e direttore di festival culturali. Collabora con l’Istituto Enciclopedia Italiana Treccani e con numerose testate giornalistiche e radiotelevisive.
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