Mariona Miret “Premio Ostana. Scritture in Lingua Madre”

Premio Ostana Premio Ostana

Mariona Miret
“Premio Ostana”
Scritture in Lingua Madre

https://www.premioostana.it/
edizione speciale online “en partatge”
da giovedì 3 a sabato 5 giugno 2021

Sabato 5 giugno 2021, ore 10:00 – “Lingue del mondo”
una vita per i diritti linguistici
con Mariona Miret, Davyth Hicks, Oliver Loode

Sabato 5 giugno 2021, ore 11:00 “La lingua delle persone”
Una conversazione sociolinguistica
Voci dalla Residenza Faberllull 2020: Maite Puigdevall e Macarena Dehnhardt, Mariona Miret

Sabato 5 giugno 2021, ore 18:30 “La lingua dall’inconscio”
Imparare una lingua dall’inconscio
Ad esempio, l’arabo
con Mariona Miret

Le lingue madri del mondo tornano a incontrarsi online, nel segno del partatge (condivisione in occitano).
Dall’Europa: Occitano, Ladino, Catalano, Arbëreshe, Uralico, Sami, Cornico, Sardo; dall’America: Navajo; dall’Asia: Karen; dall’Africa: Capoverdiano;
e un’importante occasione di riflessione sui diritti delle lingue minoritarie ed indigene

Il “Premio Ostana: scritture in lingua madre” è l’appuntamento con le lingue madri del mondo che ogni anno riunisce a Ostana (Cuneo), borgo occitano ai piedi del Monviso, autori di lingua madre da tutto il mondo per un festival della biodiversità linguistica. Per il secondo anno, la pandemia ha costretto il Premio a riorganizzarsi online, per un’edizione all’insegna del partatge, antico termine in lingua occitana che significa condivisione. L’edizione en partatge offrirà un ricco palinsesto di incontri, da giovedì 3 a sabato 5 giugno – fruibili gratuitamente online sul sito www.premioostana.it – con autori, docenti, poeti, cineasti, artisti, musicisti, studiosi, scrittori da tutto il mondo.

Filo conduttore sarà come sempre la riflessione sui diritti linguistici, con uno sguardo specifico a quali sono le idee e le azioni attualmente al servizio delle lingue madri a livello europeo e mondiale. Dare voce alle lingue indigene significa riflettere sui diritti linguistici ma anche umani, sulla relazione coi cambiamenti climatici, sui diritti e i doveri che riguardano l’abitare un territorio: non a caso, le Nazioni Unite hanno proclamato il Decennio Internazionale delle Lingue Indigene 2022-2032.

Tra gli ospiti della XIII edizione: Luci Tapahonso, poetessa Navajo, che dialogherà con Walter Phelps, tra i principali rappresentanti politici del popolo Navajo; “Chi” Suwichan Phattanaphraiwan, famoso attivista Karen, di lingua Pgaz k’Nyau, che racconterà il recupero dell’arpa tradizionale Tehnacu e il suo attivismo ambientale; Jaume Cabré, uno dei pilastri della letteratura catalana contemporanea, in dialogo con la sua traduttrice italiana, Stefania Ciminelli; e ancora, Pirita Näkkäläjärvi, attivista e politica Sami, in conversazione con l’avvocato Oula-Annti Labba, specialista di diritti linguistici delle popolazioni indigene. Si parlerà di diritti linguistici anche con Davyth Hicks, gallese di lingua madre cornica e specialista in lingue minoritarie, fondatore della ONG europea ELEN (European Language Equality Network), che si confronterà con Oliver Loode, attivista estone esperto nel campo dei diritti umani dei popoli indigeni e direttore del centro URALIC; e poi Maite Puigdevall, docente di Filologia Catalana, racconterà come i migranti imparano il catalano, mentre Macarena Dehnhardt, linguista cilena, parlerà del ruolo della traduzione nel settore pubblico. Di traduzione letteraria si parlerà con Monica Longobardi e Matteo Rivoira, a partire da “Vautres que m’avetz tuada” (Voi che mi avete uccisa) del noto autore occitano Joan Ganhaire. L’antropologa brasiliana Maria Isabel Lemos offrirà un approfondimento dedicato al capoverdiano e alla situazione linguistica di Capo Verde; l’artista siriano Ammar Obeid, attualmente rifugiato a Berlino, condividerà un modo innovativo per imparare una lingua dall’inconscio; Fabio Chiocchetti, militante ladino, dialogherà con Carlo Zoli, linguista e fondatore di Smallcodes, un gruppo specializzato nello sviluppo di strumenti per le lingue minoritarie. Spazio anche a musica e cinema, con SHEGA, gruppo musicale che coniuga l’arbëreshe – la lingua parlata dalla minoranza etno-linguistica albanese d’Italia – alla musica indie-pop di respiro contemporaneo; “Bogre. La grande eresia europea”, il film di Fredo Valla sulle tracce di Catari e Bogomìli che sarà al centro di una tavola rotonda con testimoni e protagonisti del film e ancora, in collaborazione con il Babel Film Festival e la Cineteca di Cagliari sarà virtualmente proiettato il film “Capo e croce” di Marco Antonio Pani e Paolo Carboni. Nel Settecentenario della morte di Dante Alighieri non poteva mancare un omaggio al Poeta e alle sue lingue: le lingue minoritarie e la poesia trobadorica al femminile. Spazio anche a tre emergenti artisti occitani, che affiancano alla difesa della lingua la tutela del Vivente.

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