Marina Tiberi “Marte” Fritz Zorn

Fritz Zorn. Marte. Occam

Marina Tiberi
“Marte”
Fritz Zorn
Occam Editore

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Alcuni libri sembrano meteoriti caduti da chissà dove, schiantati al suolo in tanti frammenti di abisso. Marte, l’autobiografia scritta da Fritz Zorn pochi mesi prima di morire di linfoma maligno a Zurigo nel 1976, è uno di questi libri. L’autore sceglie di porsi direttamente sulla scena – e lo fa in modo così lucido e inesorabile da far pensare a una promessa di congedo: «Sono giovane, ricco e colto; e sono infelice, nevrotico e solo. Provengo da una delle migliori famiglie della riva destra del lago di Zurigo, chiamata anche la Costa d’oro». C’è qualcosa di disperato e di pacificante in queste pagine: la memoria, la congiura della vita contro la vita, la malattia, il tempo perduto, la dura pena di un uomo che ha sentito di soffocare sotto il cielo in cui era nato.

Traduzione di Amina Pandolfi

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Fritz Zorn è uno pseudonimo. Lo scrittore, nato nel 1944, avrà una vita divisa tra malattia del corpo (linfoma) e della psiche (depressione): il libro è stato, ed è ancora, un caso letterario. Zorn ne concluse la stesura il 17 luglio 1976: morirà nel novembre dello stesso anno. L’opera, in tre parti, segue come un diario non datato la vicenda umana del suo autore: una scrittura serrata, senza cadute, nell’autoanalisi che s’intreccia con filosofia e cultura, creando quell’universo in cui l’io circoscrive le sue possibilità.

Occam è una casa editrice che pubblica libri esclusi dal piacere letterario, opere che hanno rischiato di perdersi. Non un programma sistematico, ma un laboratorio di forme dove è inutile fare con più ciò che si può fare con meno: le copertine bianche, la geometria tascabile, il libro di nuovo al centro del lavoro editoriale.

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