Maria Laura Bergamaschi “Kum! Festival”

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Maria Laura Bergamaschi
“Kum! Festival”

https://www.kumfestival.it/

Il tema del fine vita chiude un ciclo aperto a suo tempo con l’edizione del festival dedicata a L’origine della vita.
La crisi pandemica che ha colpito le nostre società non ha fatto che rendere più drammatica un’esperienza che interroga da sempre la vita umana. Come e più di tutte le soglie che la nostra avventura attraversa, l’ultima si carica di significati molteplici e proietta la sua ombra potente sulle precedenti.
Ma il fine vita è ancora un momento della vita, un passaggio in cui è possibile fare qualcosa di sé, un’occasione in cui dare testimonianza di un’esistenza e raccogliere la testimonianza di chi l’ha accompagnata e la accompagna. Ecco perché il tempo della fine è un tempo enigmatico, apre domande etiche, scuote la politica, divide l’opinione pubblica, suscita controversie giuridiche, interroga le pratiche mediche e i saperi scientifici, sfida le più antiche tradizioni religiose.
Così il festival allargherà lo sguardo per cerchi concentrici, estendendo l’interrogazione alla fine delle grandi narrazioni storiche, al tramonto di mondi culturali e assetti geopolitici, alla catastrofe climatica che sembra procedere inarrestabile, alla nascita e alla morte delle stelle e degli universi.

Federico Leoni, Massimo Recalcati

Venerdì 14 ottobre 2022, ore 18:30
Evento Speciale
“Il faticoso rapporto dell’uomo con la fine”
Frammenti di lettura da La freccia ferma di Elvio Fachinelli
Maria Laura Bergamaschi, Monica Carestia, Pino Pitasi, Paolo Borin

Maria Laura BergamaschiMaria Laura Bergamaschi vive a Milano, dove pratica la psicoanalisi nel tentativo di farne un lavoro “senza fissa dimora”.
Socio jonas PAVIA e Ancona. Socia di società pavese di psicoanalisi.
Nel 2018 ha pubblicato per la collana tyche di Mimesis“Adolescenti migranti e nuovi mondo”.


Elvio Fachinelli
“La freccia ferma”
Tre tentativi di annullare il tempo
Adelphi

https://www.adelphi.it/
«In una grande città moderna, un uomo tenta di annullare il tempo, di rendere non avvenuto quanto gli accade. La sorpresa che ciò provoca suscita una ricerca, che si muove su più piani. Il tentativo di annullamento risulta collegato con un problema di rinnegamento della morte, secondo una configurazione caratteristica che però si ritrova anche altrove: per esempio, nella trasformazione arcaica dei morti in antenati e in un evento tipico di questo secolo, il fascismo.
«Da quest’esame si profila una possibilità: non già quella di uguagliare una vicenda individuale a quella di interi gruppi o società (come tentò Freud in Totem e tabù), ma quella di fondare la differenza, ineliminabile, tra individuo e società nella diversa distribuzione di posizioni comuni.
«Ne risultano anche alcune questioni chiave, che riguardano: il problema del sacro pre-divino e post-divino; la storia, intesa non soltanto come “somma di tutte le storie possibili” (Braudel), ma anche come somma di quelle impossibili; infine l’idea di un sapere sull’uomo che abbia come asse centrale comune l’elaborazione temporale (cronotipia)». Così Fachinelli stesso presentava questo libro, quando lo pubblicò presso la sua casa editrice L’erba voglio nel 1979.
Oggi lo leggiamo come una di quelle rare indagini che sanno intrecciare e mescolare con naturalezza l’analisi delle potenze psichiche che reggono un singolo e il singolo con quella sulle potenze che operano nella storia.


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