LUIGI BOTTA

Conversazione di Livio Partiti con Luigi Botta

 

ADELE PAOLI

"UNA BAMBINA POVERA"

A CURA DI LUIGI BOTTA

ASSOCIAZIONE CRISTOFORO BEGGIAMI, SAVIGLIANO

 

 

La storia è tenera e singolare, raccontata con semplicità e
schiettezza, ricca di notizie e ben articolata nel ricordo di un
periodo difficile, quello dell'ultima guerra, che l'Italia ha vissuto
in un conflitto tra popoli, tra fratelli e tra compaesani. Mai e poi
mai l'autrice del singolare racconto storico avrebbe immaginato che le
sue parole, scritte per sé stessa e per gli amici del web, avrebbero
travalicato gli spazi prescelti per trasformarsi in un qualcosa di più.
Un racconto storico, una memoria viva, una testimonianza senza
precedenti, fatta per far luce sugli anni del secondo conflitto
mondiale e su una città, Savigliano, che come molte altre stava vivendo
le contraddizioni di un'epoca ed i conflitti intestini che il
fascismo, il nazismo, la Liberazione, i partigiani, gli Alleati -e nel
caso nostro anche le vicende passionali e di famiglia- avevano
prepotentemente introdotto nella quotidianità del vissuto. Tra
coprifuochi e «borsa nera», lavoro ed arresti, uccisioni ed
innamoramenti, l'autrice si destreggia in un racconto semplice,
consequenziale ed immediato, che mette tutti in condizione di capire
-più di un saggio storico e al pari di un film- che è stata la guerra a
Savigliano.

Adele Paoli, l'autrice, era saviglianese.
Di quelle «toste», che conosceva il fatto suo e non aveva certo
bisogno di suggerimenti per sapere come comportarsi. Classe 1927,
possedeva il suo micromondo in Savigliano, quasi in un fazzoletto di
strade nelle quali lei, la sua famiglia, i suoi figli e i suoi parenti
erano nati ed avevano condiviso gli stessi spazi di sopravvivenza.
Intraprendente aveva lasciato la città per raggiungere New York, poi
Genova e, sul finire degli anni Settanta, quando anche per i figli
l'emigrazione guardava a Nord, verso la Germania, non aveva esitato ad
abbandonare tutto e a piantare le proprie radici su terreni che
giudicava fertili, più dei nostri, anche se l'umore e lo spirito
rimaneva, seppur lontano, quello saviglianese.

Di lì
almeno una quindicina di volte aveva raggiunto l'America, la
California, ch'era il suo sogno, e aveva costruito, per la sua famiglia e
per le sue passioni -si occupava di poesia ma era una grandissima
sostenitrice dei poveri, dei derelitti, degli immigrati, degli
sfruttati, occupandosi di sindacalismo e di lotte per la sopravvivenza e
per l'uguaglianza dei popoli-, una nuova vita, proiettata verso un
futuro che lei riconosceva come bello e piacevole, amoroso e senza
conflitti.

Superati i settant'anni aveva preso
dimestichezza con il computer e si era «gettata» in una nuova
avventura. Quella di documentare nella memoria virtuale -così come sino
ad allora aveva fatto coi suoi quaderni- i passi più interessanti
della propria quotidianità ed esistenza. Con internet aveva aperto
alcuni blog (con nomi di fantasia) e aveva stretto amicizie in tutto il
mondo, raccontando agli altri quel che sino a quel momento era stato
relegato alla scrivania, ai cassetti, agli armadi ed agli archivi
personali. Tutti i giorni scriveva. Il libro nasce qui. Ma non è un
libro. È la somma di tanti racconti brevi che Adele Paoli scrive giorno
dopo giorno, tra l'entusiasmo dei suoi numerosissimi interlocutori.
Scrive di guerra a Savigliano, della sua gioventù (dai 13 ai 17 anni)
delle sue avventure e disavventure. È aprile-giugno 2007.

Di
lì a non molto, nel settembre, muore, nella città tedesca dove si era
trasferita quarant'anni prima. Pochi mesi dopo Luigi Botta scopre per
caso le memorie -che all'apparenza sembrano anonime- che parlano di
Savigliano. Le salva e le archivia. Poi ne cerca l'autore o l'autrice.
Quando individua la paternità viene a sapere che l'autrice non c'è più.
Cerca i figli, li trova. Sono Pino e Piesba Supertino. Con loro pensa
ad una libro che raccolga le storie belliche narrate dalla mamma. Le
rende scorrevoli, leggibili e curiose. Eccole nel libro (Adele Paoli [a
cura di Luigi Botta], «Una bambina povera. Appunti di guerra a
Savigliano», Edizioni Cristoforo Beggiami, Savigliano, 132 pagine con
illustrazioni).

Storie curiose ed interessanti,
racconti di una guerra che non avremmo mai immaginato, raccontata da
Adele così com'è stata vissuta da tutti i saviglianesi che in quel
periodo hanno sopportato le angherie del potere ed hanno sofferto le
ingiustizie ed i drammi che le lotte fratricide ed i desideri di
sopravvivenza hanno ossessivamente imposto. Storie che non avremmo mai
immaginato. Un libro che i saviglianesi, se vogliono comprendere la
loro città di oggi, sono obbligati a leggere. Non se ne pentiranno.
Vivranno intensamente, con Adele, le sue storie, si arrabbieranno come
lei, si commuoveranno e restituiranno a lei quel che lei, da emigrata
di tutta una vita, forse non ha mai avuto (anche se Savigliano è sempre
stato nel suo cuore).

 

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LUIGI BOTTA

 

 

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