Giuseppe Naretto “Torino Spiritualità”

Torino Spiritualità Giuseppe Naretto "Torino Spiritualità"

Giuseppe Naretto
“Torino Spiritualità”

torinospiritualita.org

Chi può parlare del respiro
con Giampiero Comolli, scrittore, Daniele Garrone, teologo, Giuseppe Naretto, medico palliativista, Brunetto Salvarani, teologo | modera Emmanuela Banfo, giornalista
a cura di Centro Culturale Protestante
Venerdì 25 settembre, ore 18.00 | Tempio Valdese di corso Vittorio Emanuele II

Il respiro è il momento di comunicazione più lieve, continuo e immediato tra il nostro corpo e il mondo. Collocandosi sulla soglia tra la coscienza e l’inconscio, tra la veglia e il sonno, esso custodisce il silenzio e il mistero, esprime il calore della vita, è simbolo di inizio e fine. L’incontro intreccia voci e discipline per inseguire, del respiro, l’indefinibile e affascinante latitudine.

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Giuseppe Naretto è un medico Torinese, specializzato in Anestesia e Rianimazione. Da molti anni si interessa di etica, comunicazione e fine vita in terapia intensiva. Ha pubblicato con Ponte alle Grazie i romanzi Notti di guardia e L’orizzonte capovolto che hanno come protagonista il medico-investigatore Massimo Dighera. Nel 2018 il Pensiero Scientifico Editore ha pubblicato il testo di etica clinica Ethical Life Support, scritto in collaborazione con alcuni colleghi. Oltre all’attività clinica in sala operatoria, in terapia intensiva e in pronto soccorso, segue progetti di formazione e supporto rivolti a pazienti, famiglie e operatori sanitari per il miglioramento della qualità della cura.


Giuseppe Naretto
“L’ orizzonte capovolto”
Un mistero in alta quota per il medico investigatore Massimo Dighera
Ponte alle Grazie

ponteallegrazie.it
La vita di Massimo Dighera scorre tranquilla, tra casa, la sua Torino e l’ospedale dove lavora come rianimatore. Tutto procede bene fino al giorno in cui il suo orizzonte si capovolge all’improvviso: viene investito da un’automobile mentre fa jogging. Ha una brutta frattura e finisce in rianimazione, dove per una volta è paziente e non medico, passivo e non attivo, e fa l’esperienza istruttiva e straniante di vivere le paure dei suoi pazienti. In reparto incontra Davide, un ragazzo che ha salvato dalla morte molti anni prima, e che non ha superato il trauma dell’incidente in montagna in cui ha rischiato la vita. Ha completamente dimenticato la dinamica della tragedia, ed è visitato da incubi. Massimo Dighera, per la prima volta dopo anni di lavoro matto e disperatissimo in reparto, ha molto tempo libero, che gli permette di pensare alla storia di Davide. Ha inizio un’indagine che lo condurrà a Macugnaga, sotto la parete est del Monte Rosa, dove sono accaduti i fatti drammatici che hanno portato all’incidente di Davide e alla perdita di uno dei compagni di cordata. Eroismo e poesia della montagna, arte medica e compassione per le sofferenze degli uomini sono gli ingredienti di questa indagine nel corpo e nella anima…


IL POSTO DELLE PAROLE
ascoltare fa pensare

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