GIUSEPPE CULICCHIA

IL POSTO DELLE PAROLE

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CONVERSAZIONE

DI

LIVIO PARTITI

CON

GIUSEPPE CULICCHIA

VENERE IN METRO'

MONDADORI

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Gaia, 38 anni, porta la taglia 38, vive nel
centro di Milano e in equilibrio perfetto sul suo tacco dodici si muove
disinvolta tra sfilate e locali alla moda: del resto ha un marito che le
garantisce una grande agiatezza, un amante il cui profilo su Facebook
dice sempre "innamorato", una figlia che va alla scuola steineriana, due
amiche di nome Ilaria e Solaria, un iPhone, un iPod, un iPad e una
psicanalista che a ogni seduta pronuncia queste parole: "Sono trecento
euro". Madre in carriera, può vantare l'invenzione dell'apericena, rito
che ha ormai contagiato l'intera penisola, e la soddisfazione di non
avere fatto mancare nulla alla figlia Elettra senza per questo
trascurare il lavoro. Nessuna sbavatura, insomma. Eppure il passato
bussa, implacabile, nel sonno. Un incubo ricorrente, che sembra voler
riportare a galla qualcosa… Prima o poi Gaia dovrà decidersi a parlare
di suo padre. E dei suoi tre anni di black-out. Anche perché a un
tratto nel suo presente si è aperta una piccola crepa, destinata ad
allargarsi come la tela di un ragno e a mandare in pezzi le sue
sicurezze: il licenziamento dall'agenzia di comunicazione dove lavora,
un'impasse sentimentale inattesa, la carta di credito bloccata, Elettra
che lancia segnali di un disagio sempre più ineludibile…

 

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