Giovanni Tesio
“Opera poetica occitana”
Antonio Bodrero
Giovanni Tesio, ospite ne “il posto delle parole” per il centenario di Antonio Bodrero.
“Opera poetica occitana”
Antonio Bodrero
A cura di Dario Anghilante
Bompiani Editore
https://www.bompiani.it/
Antonio Bodrero è forse il più grande visionario della poesia dialettale del Novecento. Nella sua opera aleggia un sentimento panico della natura, un animismo cristiano che vede in ogni albero un’anima, in ogni anfratto un sarvan (silvano), in ogni minimo fenomeno l’epifania del Dio evangelico, la conferma del suo amore verso le creature. Posseduto dal dono della trasfigurazione, Bodrero vede attraverso la poesia come tutto nell’universo si allacci e si tenga, dalle stelle ai lumi delle baite, dalle scintille del focolare al loro riverbero negli occhi dei bambini, in un concatenarsi analogico che fa della poesia un cammino, una “draio” (sentiero), un segmento visibile nell’infinito devolversi dell’immaginazione umana. E tutto ciò giocando magistralmente con una parola sempre reinventata, potenziata, scavata nelle sue radici antiche. Attraverso la poesia di Bodrero la lingua della minoranza occitana in Italia ha dunque compiuto un salto epocale: da patuà disprezzato, dialetto minoritario destinato all’estinzione, a lingua aulica, sublime, vertigine di mistero capace di parlare non solo all’eccitano che riscopre la sua identità alienata, ma, nel suo respira universale, all’umanità intera. Con l’occitano Bodrero, come già era avvenuto con il provenzale Mistral dell’Ottocento, l’antica lingua d’oc dei trovatori la prima grande letteratura romanza dell’Europa medievale, esce dal sonno dei tanti secoli e ritrova prodigiosamente lo splendore lo splendore delle corti duecentesche.
Antonio Bodrero, in occitano e piemontese Barba Tòni Bodrìe (Frassino, 1º novembre 1921 – Cuneo, 16 novembre 1999), è stato un poeta e politico italiano.
È considerato dalla critica uno dei più grandi poeti della letteratura piemontese e occitanica del novecento.
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