Gianmaria Finardi “Sine die” Eric Chevillard

Eric Chevillard Eric Chevillard "Sine die" traduzione di Gianmaria Finardi, Prehistorica Editore

Gianmaria Finardi
“Sine die”
Eric Chevillard
Cronaca del confinamento
Prehistorica Editore

prehistoricaeditore.it

L’ho chiamato Lachesis. È un bel nome, trovo, per un ragno. Da qualche giorno, al fine di rompere il mio isolamento e non limitare le interazioni affettive ai tre membri della mia famiglia reclusi con me, ho iniziato ad addomesticarlo. Il suo filo di seta è l’ultimo legame che mi tiene attaccato al mondo […]. Mi capita di rimanere tutta la notte seduto in bagno a raccontargli la mia vita, a confidargli i miei tormenti, angosce, dispiaceri, ambizioni, non mostra mai alcun segno di impazienza lui.

Storicamente, in corrispondenza di eventi straordinariamente tragici, persino la più superficiale e cinica delle società torna a interrogarsi sulla necessità dei propri fondamenti, rivolgendosi ai grandi pensatori. Così è anche per il confinamento a oltranza, dettato dall’emergenza covid-19, che sta mettendo e metterà a durissima prova la tenuta della popolazione planetaria. Proprio in questo periodo, una Francia sconcertata ha guardato alle cronache quotidiane di Éric Chevillard – date alle stampe inizialmente presso “Le Monde” poi sul seguitissimo blog dell’autore.

Approfondendo il solco tracciato da Kafka e Beckett, con la sua penna affilata Chevillard sonda l’assurdità, la nausea, la noia, il dolore cieco di questi tempi nuovi. Prehistorica Editore presenta quindi per l’Italia –in anteprima mondiale– questa raccolta di cronache, quale doveroso e coraggioso tentativo di opporre una parola al silenzio.

Éric Chevillard è nato nel 1964 a La Roche-sur-Yon e, come recita non senza ironia il suo sito, “ieri il suo biografo è morto di noia”. Si tratta indubbiamente di uno dei massimi scrittori francesi contemporanei, che ha saputo suscitare il vivo interesse di critica e pubblico, anche all’estero. Ideatore del fortunatissimo blog letterario, L’Autofictif, ha nel corso degli anni ottenuto diversi e prestigiosi premi, come il Prix Fénéon, Il Prix Wepler, il Prix Roger-Caillois, il Prix Virilo e il Prix Vialatte per l’insieme della sua opera. Molti dei suoi capolavori sono tradotti, in inglese, spagnolo, tedesco, russo, croato, romeno, svedese e cinese. Nel 2013, la traduzione di un suo romanzo, Préhistoire (1994; Prehistoric Times), si è aggiudicata il Best Translated Book Award – premio statunitense assegnato dalla rivista “Open Letters” e dall’università di Rochester. Ha scritto oltre venti opere – volendo menzionare solo i romanzi – pubblicate dalla leggendaria casa editrice francese Les Éditions de Minuit, diventata grande con Samuel Beckett e il Nouveau Roman. Sul riccio è il primo testo in assoluto pubblicato da Prehistorica Editore, ed è a oggi il terzo romanzo dell’autore edito in Italia: tutti sono stati tradotti da Gianmaria Finardi.

Gianmaria Finardi, il traduttore di questo libro, è dottore della ricerca in letteratura francese ed editore. I suoi lavori si concentrano principalmente sulla semiotica e l’ermeneutica, per estendersi alla critica letteraria, sino agli aspetti teorici della traduzione. È autore del blog di Prehistorica Editore, Incisioni del traduttore. È il traduttore, in Italia, di tutte le opere di Éric Chevillard.

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