Gianluca Montaldi “Aggeo” Vincenzo Moro

Vincenzo Moro. Aggeo. EDB Dehoniane Vincenzo Moro. Aggeo. EDB Dehoniane

Gianluca Montaldi
direttore editoriale  EDB Marietti1280
“Aggeo”
Il coraggio della rinascita
di Vincenzo Moro
EDB Dehoniane

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In un tempo segnato da profonda desolazione, la figura di Aggeo, profeta di rinascita, proclama una parola di speranza e di ricostruzione dopo la distruzione dell’esilio. Con l’umanità che lo contraddistingue, con il suo stile e il suo sofferto entusiasmo si incarica di destare la fiducia di una nazione e renderla salda nell’attesa di un futuro migliore.

Vincenzo Moro, dopo alcuni anni di permanenza in Israele ha completato la formazione in Filologia biblica all’Università di Firenze. Svolge il ministero pastorale nella diocesi di Pistoia.

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Da una recensione apparsa su settimananews.it
Il profeta Aggeo (“il festoso”) fu attivo a Gerusalemme nel periodo postesilico (post 538 a.C.) che segnò il ritorno di gran parte dei giudei deportati in esilio a Babilonia, ma anche lo scontro fra coloro che si ritenevano il vero “resto di Israele” perché rimasti in patria, mentre gli altri erano stati puniti per le loro infedeltà e la posizione opposta di coloro che si ritenevano “resto” genuino perché il Signore YHWH era rimasto con loro, anche per mezzo della presenza dei profeti (cf. Ezechiele, Geremia).
Lo studioso ricorda come il ritorno non vede una Giudea totalmente vuota, ma abitata da gente semplice e contadina che aveva anche occupato le abitazioni degli esuli. La situazione economica era al limite della sussistenza, quella politica era segnata dalla sottomissione al potere persiano che aveva inglobato la Giudea all’interno della satrapia dell’Oltrefiume.Il permesso dato da Ciro II al rientro era collegato anche alla possibilità di ricostruzione del tempio.
La politica persiana era rispettosa degli usi e costumi delle popolazioni sottomesse e con Sesbassar si inaugurò un altare su cui offrire i sacrifici.Il profeta Aggeo però si propone, a nome di YHWH, di incoraggiare il popolo e i suoi due capi principali, alla vera e propria ricostruzione del tempio. Il comandante politico era Zorobabele, mentre il sommo sacerdote era Giosuè.
Aggeo invita il popolo a intraprendere con ardore la ricostruzione del tempio, segno della presenza e della protezione di YHWH, e incoraggia i due capi responsabili in modo particolare.Il profeta denuncia l’ignavia e la trascuratezza del popolo rispetto alla costruzione della casa di Dio, rifugiandosi ciascuno nei propri affari e nella ricostruzione delle loro case private e nella cura dei propri interessi. Aggeo fa però notare come i frutti attesi dalle coltivazioni siano scarsi, e i risultati dei guadagni ottenuti siano volatili e inferiori dalle attese coltivate.
Occorre convertirsi a YHWH, ricostruire il tempio e solo allora il popolo troverà unità, prosperità e, in prospettiva, anche un ribaltamento escatologico e messianico che avrebbe visto il rovesciamento dell’intero universo sotto l’onnipotente mano di Dio che “scuote” cielo e terra, con il confluire a Gerusalemme delle ricchezze di tutte le nazioni.

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