Gianluca De Candia “Il forse bifronte”

Il forse bifronte Il forse bifronte

Gianluca De Candia
“Il forse bifronte”
L’emergenza della libertà nel pensiero di Dio
prefazione di Thomas Leinkauf
Mimesis Edizioni

http://mimesisedizioni.it/


«Il forse è la parola più bella del vocabolario italiano. Perché apre delle possibilità, non certezze. Perché non cerca la fine, ma va verso l’infinito»
scrive Leopardi. Il termine tuttavia non rientra fra quelli maggiormente frequentati dai filosofi, i quali prediligono piuttosto avverbi pacifici e rassicuranti, come quelli che rimarcano o confutano la certezza. Attraverso un ripensamento inedito e coinvolgente del pensiero di Dio da Cartesio a Cacciari, il saggio verifica invece la presenza di un “forse” (ermeneutico, anfibologico e congetturale) al di sotto di ogni costruzione razionalistica e porta allo scoperto il momento di libertà latente in ogni atto metafisico.

«Il Forse è un’erma bifronte, dalla quale è impossibile estirpare una delle due facce. Il Forse nel modo maggiore è ottimista. Il Forse nel modo minore tende a negare questa potenzialità, eppure non può vietare che essa sussista, che permanga sullo sfondo come opzione di secondo ordine. In entrambi i casi, una porta si schiude: una sulla luce, l’altra sull’oscurità, ma la soglia rimane la stessa. E l’uscere qui e una ragione libera, la sola a cui spetta l’interpretazione.»

Gianluca De Candia ha studiato filosofia e teologia presso la Facoltà Teologica Pugliese, l’Università “Aldo Moro” di Bari e la Gregoriana di Roma. Borsista della Alexander von Humboldt-Stiftung, ha conseguito l’abilitazione in “Questioni filosofiche della teologia” presso l’Università di Münster. Già Professore a contratto di Filosofia presso la Facoltà Teologica Pugliese e di Teologia Sistematica presso l’Università di Siegen, è ora Privatdozent presso l’Università di Münster e responsabile di un progetto (DFG) sulla ricezione del pensiero di Luigi Pareyson. Hanno detto di lui: «leggendo De Candia mi riconosco perfettamente nel “Weg” che descrive, come dovessi iniziare di nuovo» (Massimo Cacciari); «un importante mediatore fra filosofia italiana e tedesca» (Gianni Vattimo); «un uomo prezioso, mi ha proprio stregato» (Giuliano Ferrara); «Gianluca De Candia ha il dono della trasfigurazione. Senza trasfigurazione non c’è comprensione.» (Barbara Alberti); «Nei saggi di De Candia si colgono le forme della concretezza incarnata e raggiante della fede cristiana, spesso trascurate dalla teologia di scuola. Egli riesce a rintracciare le orme di un altro Dio e un altro uomo, ambedue umili e forti, vulnerabili e fieri nella loro amabilità» (Elmar Salmann).


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