Gian Mario Villalta
“Bestia da latte”
SEM Società Editrice Milanese
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Vengono da un mondo lontano i ricordi che si sprigionano nella mente del protagonista di questo romanzo nel momento in cui apprende della morte di uno zio un tempo molto amato e poi altrettanto detestato. Per la precisione – se poi davvero precisi possono essere i ricordi dell’infanzia – vengono da un piccolo paese del Nordest, durante gli anni Sessanta, quando la coda del boom economico inizia a cambiare le abitudini e i comportamenti. È l’epoca in cui «le stalle hanno cominciato a puzzare» e «gli animali – così come la terra – sono diventati materia per la produzione industriale».
Ma a tornare alla mente del protagonista sono soprattutto i momenti vissuti insieme al cugino Giuseppe. Perché è proprio il complesso rapporto fra i due a segnare, forse più di ogni altra cosa, la sua infanzia. Un rapporto fatto di grande complicità ma anche di violenza e di paura: sentimenti, questi, che non lo hanno più abbandonato, né mai è riuscito a sciogliere nella loro aggrovigliata natura.
Oggi, il bambino di allora, arrivato alla soglia dei sessant’anni, si chiede le ragioni di quella violenza sorda, cupa, marcio frutto di altra violenza. E si chiede se la sua vita, senza quelle vicende ormai lontane, sarebbe stata diversa.
Gian Mario Villalta, ha scritto romanzi, racconti e saggi (il più recente: L’isola senza memoria, Laterza 2018). Fin dagli esordi, partecipe delle vicende poetiche alla svolta del secolo, ha dedicato particolare attenzione all’opera di Andrea Zanzotto, con una monografia e numerosi interventi, collaborando inoltre al “Meridiano” Le poesie e prose scelte e assumendo la cura dei due volumi degli Scritti sulla letteratura. I suoi libri di poesia più recenti sono Vanità della mente, 2011 (Premio Viareggio) e Telepatia, 2016 (Premio Carducci). È direttore artistico di pordenonelegge.
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