Filippo Cerri “Di macchia e di morte”

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Filippo Cerri
“Di macchia e di morte”
Ballata degli ultimi briganti
effequ edizioni

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Son le ossa i peggiori infami». Il suono delle parole di Bastiani si perde in una leggera nebbiolina che il calore dell’acqua produce, è voce di vecchio quella che gli esce dalla gola; il brigante si è alzato dal bagno. Arturo lo vede nudo, più o meno come lo avevano visto fuggire dall’Arrugginita nella storia che tanto piace all’Innamorato. E sopra a quel corpo così minuto, la testa grossa da imperatore romano, attento a ogni ombra pretoriana pronta a colpirlo, costantemente incerto del proprio potere, in cuor suo sa che rischia, a ogni anno che gli viene addebitato, di perder la corona di questo regno celeste di foglie e silenzio a cui nessuno sano di mente verrebbe voglia di credere. L’Innamorato è chiuso in un angolo, ride e ogni risata è una convulsione, una scossa del petto e dello stomaco. Mostra i palmi vuoti, i denti marci.

Questa storia ricorda quei racconti narrati attorno al fuoco, che non sono fatti di principesse e di principi ma di terre riarse, di cieli aperti e di boschi fittissimi, di potere inflitto e subito, di vite che cercano di sopravvivere come possono, quando possono.

Sono le storie dei luoghi d’Italia illuminati da una luce violenta e tetra, quella Maremma in cui si muovono i briganti: il biondo Bianciardi, il selvatico Manfredi, Tribunale di Grazia e Giustizia, e sopra di tutti, lo sfuggente Bastiani, modellato sulla falsariga del famoso Tiburzi, Re della Macchia, e numerosi altri figuri le cui storie originano dal vero ma finiscono nella leggenda. Intorno a loro si agitano principi e carabinieri, persone comuni, preti, contadini, carbonai, prostitute, donne e proprietari terrieri. Seguiremo le loro vicende epiche e disperate, li vedremo vivere e morire in un percorso che, in un serrato montaggio da grande epopea western, ci porta dentro la Storia d’Italia e il brigantaggio, e ancora altrove, a conoscere le sorti di personaggi indimenticabili e ad addentrarci in una terra malata che nasconde sotto il suo morbo una bellezza segreta.

Filippo Cerri (1991) è sceneggiatore e videomaker. Ha realizzato videoclip musicali, cortometraggi, documentari e ha contribuito alla realizzazione video dell’inchiesta vincitrice del Premio Morrione 2021. Suoi racconti sono pubblicati in riviste (come «In fuga dalla bocciofila») e antologie (come Albinia. 12 vie per raccontare una periferia, effequ 2017).

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