CONVERSAZIONE
DI
LIVIO PARTITI
CON
ENRICA CARETTA
"IL PASSADONDOLO"
ADD EDITORE
Ogni anno, inesorabilmente, scompaiono alcune parole. Cancellate,
come se avessero perso il diritto di cittadinanza nel nostro linguaggio.
Lo dicono i dizionari che in ogni nuova edizione eliminano alcuni lemmi
perché ormai in disuso. Succede spesso, in tutte le lingue del mondo e
uno dei primi ad accorgersene fu Javier Marías, lo scrittore spagnolo
che vide una delle sue parole preferite (acercanza), sull’orlo del
precipizio.
Decise di dover intervenire e, per farlo, tornò a
usarla in un suo testo, chiedendo ad alcuni colleghi di fare
altrettanto. Solo così la parola sarebbe tornata viva, riconosciuta
dall’uso. Enrica Caretta è andata a fondo della questione, mettendosi
sulle tracce delle parole espunte dal Dizionario Devoto-Oli. L’idea:
farle adottare da personaggi del mondo della cultura, del cinema, dello
spettacolo, della letteratura, da studiosi, filosofi, scienziati,
chiedendo loro di prenderne una sotto la propria ala protettiva, ma
anche, come antidoto, di inventarne una e di rispolverarne un’altra per
darle nuovo vigore. E per ogni parola salvata è nato un piccolo mondo,
fatto di ricordi, idee e riflessioni, un mondo da condividere e da
rimettere in gioco perché ci sono ancora parole da salvare, le troverete
in queste pagine, e potete salvarle anche voi, scegliendo la vostra e
scrivendo a info@addeditore.it
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Enrica Caretta, ha incominciato a fare la giornalista alla «Gazzetta del Popolo»
di Torino, dove è nata, e ora lavora nella redazione attualità di «Marie
Claire», a Milano. Il Passadondolo è il suo primo libro.
ascolta qui la conversazione
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Anche le parole, a volte, muoiono. Piano piano svaniscono dal
discorso, nessuno più le ascolta e quelle scivolano in silenzio nel buco
nero delle cose che si scordano. Così noi abbiamo pensato che sarebbe
stato divertente fare un gioco e, per una volta, invertire il percorso.
Qualche anno fa in Spagna ci si era messo un grande scrittore, Javier
Marías. Membro della Real Academia Española, dove decidono quali parole
mantenere o sfrattare dai dizionari, vedendone una pericolosamente in
bilico sul cornicione che le precipita nel nulla, ha voluto salvarla. E
dopo aver trovato un po’ di amici disposti ad adottarla, tutti insieme
hanno cominciato a farle posto in articoli e libri, convincendo quelli
dell’Accademia che era viva e bella, e valeva la pena di non perderla.
Perché capita che le parole se ne vadano per vecchiaia. Ma più spesso
spariscono per incuria, la nostra. Allora abbiamo fatto così. Abbiamo
preso la lista di quelle appena cacciate da un vocabolario
e abbiamo chiesto a sette amici speciali – attori, registi, scrittori,
cantautori… – di adottarne una e poi spiegarci a modo loro il perché.
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IL POSTO DELLE PAROLE
ascoltare fa pensare