Edgardo Franzosini “Memorie di un baro” Sacha Guitry

Sacha Guitry. Memorie di un baro. Adelphi Sacha Guitry. Memorie di un baro. Adelphi

Edgardo Franzosinni
“Memorie di un baro”
Sacha Guitry
Adelphi

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Traduzione di Davide Tortorella
Postfazione di Edgardo Franzosini

Nessuno meglio di Sacha Guitry, scrive Edgardo Franzosini, è stato in grado di incarnare «un certo esprit … tutto parigino, fatto nella vita quotidiana di leggerezza, di impertinenza, di vanità, e a teatro di dialoghi fluidi e intrighi deliziosi». Persino per l’in­contentabile e beffardo Paul Léautaud ogni nuova commedia di Guitry era «una sorpresa, un incan­to». Capace di rappresentare il gioco dell’amore e della seduzione in tutte le sue possibili variazioni, dotato, come Lubitsch, di un suo specialissimo «toc­co», Guitry fu apprezzato dai critici della Nouvelle Vague, e in particolare da Truffaut, che vedeva in lui un «autore completo». Nella sua immensa pro­duzione, Memorie di un baro è l’unico romanzo e, come scrive ancora Franzosini, «con il suo humour nero, il suo sorridente cinismo, la sua amoralità, le sue frasi rapide … ha la grazia scintillante di un a­pologo» destinato a celebrare il piacere del gioco. Le esilaranti avventure del protagonista – il quale, avendo perduto l’intera famiglia a causa di un piat­to di funghi, comincia la sua carriera come groom in un albergo di lusso, per intraprenderne poi una decisamente più fruttuosa nei casinò di mezza Eu­ropa – sono narrate da Guitry con malizioso cando­re, cercando la complicità del lettore, il quale non potrà, a sua volta, che trovarle un puro incanto.

Sacha Guitry
Commediografo e attore francese (Pietroburgo 1885 – Parigi 1957), figlio di Lucien. Esordì giovanissimo, come attore e come autore. La sua produzione comprende non meno di cento commedie (le più note: Le veilleur de nuit, 1911; Un beau mariage, 1911; La prise de Berg-op-Zoom, 1912; L’amour masqué, 1923; L’illusionniste, 1924; ecc.) di valore ineguale, ma piene di osservazioni fini, di trovate ingegnose, scritte in un dialogo vivacissimo e personale. Si occupò attivamente anche di cinematografia. I suoi film, benché gli sia stata rimproverata la sua continua presenza sullo schermo, sono dotati di grande immaginazione cinematografica: Les perles de la couronne (1937); Le destin fabuleux de Désiré Clary (1942); Le comédien (1948); Si Versailles m’était conté (Versailles, 1954); Napoléon (1954).
fonte: https://www.treccani.it/


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