Donatella Di Cesare “Festival Filosofia”

Donatella Di Cesare Donatella Di Cesare "Festival Filosofia"

Donatella Di Cesare
“Esistenza”
Festival Filosofia

www.festivalfilosofia.it

“Esistenza”
Fobia dell’esterno e cancellazione dell’alterità
Domenica 15 settembre 2019, ore 18:00 – Carpi
Donatella Di Cesare

Quali sono le implicazioni per la polis della nuda esistenza contemporanea, caratterizzata da una fobia per l’esterno e da un’affermazione identitaria, che hanno portato alla cancellazione dell’alterità e a un interno ridotto a mera cassa di risonanza?

Donatella Di Cesare è professoressa di Filosofia teoretica presso l’Università di Roma “La Sapienza” è membro del Comitato scientifico del Museo della Shoah di Roma e collabora con “Il Manifesto” e “L’Espresso”. Si è occupata di temi relativi al linguaggio e all’ermeneutica, con particolare riferimento alla filosofia ebraica e all’esperienza della Shoah. Da ultimo, oltre a lavori sulla figura dello straniero e sul tema della cittadinanza, ha studiato le implicazioni antisemitiche del pensiero di Heidegger. Tra i suoi libri: Utopia del comprendere (Genova 2003); Ermeneutica della finitezza (Milano 2004); Gadamer (Bologna 2007); Grammatica dei tempi messianici (Firenze 2011); Se Auschwitz è nulla. Contro il negazionismo (Genova 2012); La giustizia deve essere di questo mondo: Paesaggi dell’etica ebraica (Lucca 2012); Israele. Terra, Ritorno, Anarchia (Torino 2014); Crimini contro l’ospitalità. Vita e violenza nei centri per gli stranieri (Genova 2014); Heidegger e gli ebrei: I «Quaderni neri» (Torino 2014); Stranieri residenti. Una filosofia della migrazione (Torino 2017); Terrore e modernità (Torino 2017); Marrani. L’altro dell’altro (Torino 2018)


Donatella Di Cesare
“Sulla vocazione politica della filosofia”
Bollati Boringhieri

www.bollatiboringhieri.it

In questo libro, dove traccia le linee del proprio pensiero, tra esistenzialismo radicale e nuovo anarchismo, Donatella Di Cesare riflette sul rientro della filosofia nella pólis, divenuta metropoli globale.

«I filosofi sono i sublimi migranti del pensiero»

È tempo che la filosofia torni alla città. Anzitutto per risvegliarla da quel sonnambulismo che la narcosi di luce del capitale ha provocato. Ma quale margine ha il pensiero nel mondo globalizzato, chiuso in se stesso, incapace di guardare fuori e oltre? Mentre viene richiamata alla sua vocazione politica, la filosofia è spinta a non dimenticare la sua eccentricità, la sua atopia. Nata dalla morte di Socrate, figlia di quella condanna politica, sopravvissuta a salti coraggiosi e rovesci epocali, come nel Novecento, la filosofia rischia di essere ancella non solo della scienza, ma anche di una democrazia svuotata, che la confina a un ruolo normativo. In questo libro, dove traccia le linee del proprio pensiero, tra esistenzialismo radicale e nuovo anarchismo, Donatella Di Cesare riflette sul rientro della filosofia nella pólis, divenuta metropoli globale. Non bastano la critica e il dissenso. Memori della sconfitta, dell’esilio, dell’emigrazione interna, i filosofi tornano per stringere un’alleanza con gli sconfitti, per risvegliarne i sogni


IL POSTO DELLE PAROLE
ascoltare fa pensare

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