Daria Biagi “I morti dell’isola di Djal” Anna Seghers

Anna Seghers. I morti dell'isola di Djal. L'Orma Editore Anna Seghers. I morti dell'isola di Djal. L'Orma Editore

Daria Biagi
“I morti dell’isola di Djal e altri racconti”
Anna Seghers
L’Orma Editore

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Si narra che sull’isola di Djal i morti «proprio non ce la facciano a starsene tranquilli» ed escano dalle tombe per scorrazzare lungo le scogliere. Per fortuna il parroco locale, un omone rude ed energico, sa come trattare i trapassati che non si rassegnano all’eterno riposo… Con tale vicenda, al contempo gotica e ironica, si apre questa raccolta che attraversa la vasta ed eterogenea produzione novellistica di Anna Seghers.
Nella prosa affabulatoria della grande scrittrice tedesca – capace di alternare sorprendenti rielaborazioni dei miti greci a coinvolgenti ritratti di destini novecenteschi – la nave degli Argonauti trova un nuovo, onirico approdo, gesti di insospettabile eroismo si consumano tra i vicoli della Parigi occupata, la numinosa dea Artemide continua le sue cacce in foreste sempre più disboscate, un defunto mantiene una regolare corrispondenza con il padre emigrato in Palestina, mentre la parabola di un giovane tedesco qualsiasi ci mostra in poche, fulminanti pagine «come si diventa nazisti».
Le storie de I morti dell’isola di Djal e altre leggende – qui pubblicate per la prima volta in italiano – descrivono le sfide e i misteri di un mondo reso splendido e meno crudele dalla necessaria solidarietà tra i vivi.

Anna Seghers (1900-1983) è stata una delle maggiori romanziere tedesche del Novecento. Con la novella La rivolta dei pescatori di Santa Barbara (premio Kleist nel 1928) si rivelò come autrice di libri di appassionato e vibrante realismo. Militante comunista, salpando da Marsiglia alla volta del Messico trovò fortunosamente riparo dalle persecuzioni naziste. Il suo La settima croce (1942), circolato in clandestinità, divenne un prezioso vademecum di resistenza e libertà. In Germania Est fu la prima donna a capo dell’Unione scrittori. Celebrato come un capolavoro da autori quali Heinrich Böll e Christa Wolf, definito dalla «New York Times Book Review» come «la perfetta anatomia della mente di un profugo», Transito (1944) fu scritto «di furia» a ridosso degli eventi che racconta, tra la clandestinità, l’oceano e il Messico, ed è qui proposto per la prima volta in una traduzione basata sul nuovo testo originale stabilito dalla recente edizione critica delle opere dell’autrice.

Daria Biagi ha studiato Lettere a Bologna e Francoforte, e lavora attualmente presso La Sapienza di Roma. Ha tradotto testi di Thomas Pavel, Hans Werner Henze e Ralf König.

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