Cettina Caliò Perroni
“L’Infinito di amare”
Sergio Claudio Perroni
La nave di Teseo
lanavediteseo.eu
“Fa finta di non conoscerlo, fa finta di non riconoscerlo, non lo riconosce davvero perché è molto cambiato, non lo riconosce perché così uguale ad allora non può essere davvero lui.
Aveva desiderato non vederlo più, non vederlo mai più, vederlo almeno una volta per dirgli mai più.”
Lei e lui si svegliano al mattino l’uno accanto all’altra. Ogni cosa nei loro gesti, nel destarsi dei corpi – che si rieducano alla veglia, dice di una forza magnetica e accidentale che li ha condotti sin lì. I due amanti si osservano, si esplorano, si ripensano e si riconoscono secondo una mappa interiore e fisica da sempre già scritta, e ancora, in fondo, sconosciuta.
Ma il tempo dell’amore è fragile, la perfezione dell’amore provvisoria, e così il risveglio è già presagio del ricordo, e già distanza dalla bellezza del presente. Lei e lui cercano di leggere, l’uno negli occhi dell’altra, il senso della loro relazione, gli indizi che facciano intuire future distanze o ulteriori prossimità. Ma forse – per due amanti – distanza e prossimità sono soltanto uno stato dell’anima, un passaggio del respiro.
L’infinito di amare è l’opera struggente e forte a cui Sergio Claudio Perroni ha lavorato per anni, e l’ultima ad avere, infine, consegnato al suo editore. È il tentativo estremo di dire – con la sua solita precisione chirurgica – la grazia e l’indefinitezza del desiderio, e trattenere ogni luce che fa dell’amore l’amore.
Sergio Claudio Perroni ha tradotto, scritto, curato libri. Ha pubblicato Non muore nessuno (2007), Raccapriccio. Mostri e scelleratezze della stampa italiana (2007), Leonilde. Storia eccezionale di una donna normale (2010), Nel ventre (2013), Renuntio vobis (2015), Il principio della carezza (2016), Entro a volte nel tuo sonno (2018), La bambina che somigliava alle cose scomparse (2019).
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