“Perché leggere? Cecilia Falchini

Cecilia Falchini Cecilia Falchini "Perchè leggere?" Edizioni Qiqajon

Cecilia Falchini
“Perché leggere?”
Lettura e vita spirituale
Edizioni Qiqajon

Comunità di Bose
qiqajon.it

Qual è il fine della lettura? La parola contenuta nel testo biblico possiede la capacità di operare una trasformazione, un mutamento nella persona e nella vita di colui che legge e che ascolta. Leggere è, infatti, accettazione di una ricerca, di una discussione, di un confronto che include la convinzione di non essere possessori della verità: è vivere un momento di passaggio, un’aporia, una crisi. Leggere significa accettare un’ospitalità, richiede la disponibilità allo stupore, implica infine la gratitudine. Ecco qui un percorso alla scoperta della lettura e del rapporto con il libro, attraverso la sapienza degli antichi.

“Perché leggere? Qual è il fine cui si tende attraverso l’atto della lettura? Se le lettere – poiché ci occuperemo solo della scrittura alfabetica, la quale, diversamente da quelle ideografiche o sillabiche, è stata inventata una sola volta nella storia dell’umanità – sono segno dei suoni, cosa vuol dire e a cosa rinvia il leggere?
Quale viene a essere il rapporto dello scritto con il linguaggio?
Se le lettere sono state concepite non solo come segno dei suoni, ma – e primariamente – come segno delle cose, raffigurazioni di esse poi evolutesi e stilizzatesi, forse che l’atto stesso del leggere non diventa anche un modo per incontrare il mondo delle cose, il reale?
E poi: leggere che cosa? È il medesimo atto di lettura che si compie leggendo un romanzo, una formula matematica, un fumetto, la Bibbia?”

Cecilia Falchini (Firenze 1961), monaca di Bose e studiosa di monachesimo medievale, ha curato per le nostre edizioni il Commento al Cantico dei cantici di Ruperto di Deutz, e i volumi delle fonti certosine, olivetane, vallombrosane e camaldolesi. Recentemente ha tradotto e annotato le regole cenobitiche in Abitare come fratelli insieme. Regole monastiche d’occidente (2016), e ha commentato la Regola di Benedetto in L’arte della vita comune (2017).


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