Biba Giacchetti “Steve McCurry Texture”

Steve McCurry Texture. Il Filatoio Caraglio Steve McCurry Texture. Il Filatoio Caraglio

Biba Giacchetti
“Steve McCurry. Texture”
Mostra fotografica di Steve McCurry
Il Filatoio di Caraglio

https://www.filatoiocaraglio.it/
https://fondazioneratti.org/it

Steve McCurry Texture è la mostra promossa e organizzata dalla Fondazione Artea, in collaborazione con Fondazione Filatoio Rosso, Civita Mostre e Musei, Sudest57 e Fondazione Antonio Ratti, che fa rivivere gli spazi dell’antico setificio attraverso un percorso espositivo pensato per “tessere” e intrecciare trame di vita: gli scatti provenienti da tutto il mondo del grande fotografo umanista americano dialogano con i tessuti e la storia del luogo, ex fabbrica di seta ora “fabbrica culturale”.

Il potente obiettivo di McCurry accompagnerà i visitatori in un viaggio che documenta etnie, popoli e culture differenti. “La mostra – racconta la curatrice Biba Giacchetti (Sudest57) – indaga il rapporto intrinseco tra l’essere umano e il modo di vestire, acconciarsi e apparire, attraverso una selezione di 100 scatti del celebre fotografo e umanista americano che hanno come focus il tessuto, in un percorso espositivo che intreccia trama visiva e trama emotiva.

Una narrazione che parte da una sezione dedicata alla manifattura e alla produzione, che in ogni paese, per tradizione e disponibilità, si avvale di mezzi e strumenti di realizzazione differenti, ma allo stesso tempo è simile nell’approccio manuale e creativo per proseguire con una galleria dei più celebri ritratti di McCurry, in cui le persone esprimono con fierezza il loro “essere”, tanto nei ricchi abiti tibetani quanto nelle più semplici condizioni dei rifugiati afgani, come la tanto amata Sharbat Gula. La mostra consente, infine, di ritrovare tutte le celebri icone scattate da McCurry, in una vera e propria retrospettiva dei suoi molteplici progetti”.

Ad arricchire il percorso espositivo alcuni dei frammenti più significativi della Collezione Antonio Ratti: carte tecniche relative alla produzione tessile, antichi velluti e damaschi cinesi, pannelli ricamati della cultura kuba del Congo, matrici di stampa a riserva giapponesi, velluti turchi, tessuti ikat dell’Asia centrale, coloratissimi indumenti provenienti del centro America ed una sezione significativa di sete settecentesche europee che entreranno in dialogo con le fotografie di Steve McCurry.

“Nasce così un racconto capace di avvolgere nella sua forma estetica e di proiettare l’immaginario in uno spazio abitato dai riflessi propagati da forme artistiche che qui si fondono e diventano complementari” spiega Maddalena Terragni, responsabile della Collezione tessile e della programmazione della Fondazione Antonio Ratti.

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