Antonella Bartolo
“Le matite sbriciolate di nonno Antonio”
Illustrazioni di Sara Mancuso
Edizioni Didattica Attiva
Voglino Editrice
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Il testo affronta un tema comune a nonni e bisnonni di tante famiglie italiane e mai affrontato nei libri scolastici: la deportazione militare italiana dopo l’8 settembre ‘43. Attraverso la scoperta di alcuni disegni realizzati da nonno Antonio, prigioniero di guerra, due fratellini Agata e Nicola si raccontano la difficile condizione della detenzione dei soldati italiani nei lager nazisti.
Antonella Bartolo nata a Bari vive a Chieri (To) dal 1975. Laureata in Scienze Politiche all’Università di Torino, ha lavorato come freelance in alcune testate giornalistiche piemontesi e nella comunicazione di un’azienda privata nel settore dell’energia
Antonella Bartolo
“Matite sbriciolate”
Rubbettino Editore
Furono 650 mila i militari italiani che dopo l’8 settembre 1943 dissero di no al Mussolini di Salò e a Hitler per restare fedeli alla loro Patria: per questo furono internati nei campi di prigionia tedeschi e lì furono da quasi tutti dimenticati. Quelli che sopravvissero, quando nell’aprile 1945 cadde il nazismo e finì la guerra, tornarono in Italia e i più si rinchiusero in se stessi, cercando di dimenticare. Passò quasi mezzo secolo prima che le ricerche degli storici e alcune testimonianze dirette facessero luce sui sacrifici, i meriti, la resistenza di quei soldati e ad essi venissero finalmente riconosciuti onore e gratitudine. Questa è la storia di uno di loro in cui si rispecchia la storia di tutti, il capitano Antonio Colaleo, che visse quei due anni negli stessi lager dello scrittore Giovanni Guareschi e dell’attore Gianrico Tedeschi e li documentò attraverso 34 disegni tratteggiati e colorati con le sue “matite sbriciolate”. Quei disegni erano il ricordo di cui più andava orgoglioso Nonno Antonio, come in famiglia tutti chiamavano il capitano Colaleo. La nuora Antonella Bartolo è partita proprio dai disegni per raccogliere altri ricordi di Nonno Antonio e ripercorrere il suo viaggio, ordinando con chiarezza e precisione le ricerche degli storici, incontrando gli ultimi testimoni, confrontando memorie scritte e fotografiche, visitando i luoghi della detenzione per verificare cosa resti di quella Storia. Così nel libro si intrecciano passato e presente e si sviluppa un racconto di grande umanità: oltre il documento, la presa diretta con la voce, gli occhi, il cuore di uomini che hanno lottato per coerenza con le proprie convinzioni, per garantire un domani di dignità e libertà a se stessi, ai propri cari, al Paese.
Una lettura che fa buona Memoria.
IL POSTO DELLE PAROLE
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