ALESSANDRO MARZO MAGNO

IL POSTO DELLE PAROLE

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CONVERSAZIONE

DI

LIVIO PARTITI

CON

ALESSANDRO MARZO MAGNO

"L'ALBA DEI LIBRI"

QUANDO VENEZIA HA FATTO LEGGERE IL MONDO

GARZANTI


Copj170.asp

 

Dov'è stato pubblicato il primo Corano in
arabo? Il primo Talmud? Il primo libro in armeno, in greco o in
cirillico bosniaco? Dove sono stati venduti il primo tascabile e i primi
bestseller? La risposta è sempre e soltanto una: a Venezia. Nella
grande metropoli europea – perché all'epoca solo Parigi, Venezia e
Napoli superavano i 150.000 abitanti – hanno visto la luce anche il
primo libro di musica stampato con caratteri mobili, il primo trattato
di architettura illustrato, il primo libro di giochi con ipertesto a
icone, il primo libro pornografico, i primi trattati di cucina,
medicina, arte militare, cosmetica e i trattati geografici che hanno
permesso al mondo di conoscere le scoperte di spagnoli e portoghesi al
di là dell'Atlantico. Venezia era una multinazionale del libro, con le
più grandi tipografie del mondo, in grado di stampare in qualsiasi
lingua la metà dei libri pubblicati nell'intera Europa. Committenti
stranieri ordinavano volumi in inglese, tedesco, cèco, serbo. Appena
pubblicati, venivano diffusi in tutto il mondo. Aldo Manuzio è il genio
che inventa la figura dell'editore moderno. Prima di lui gli stampatori
erano solo artigiani attenti al guadagno immediato, che riempivano i
testi di errori. Manuzio si lancia in progetti a lungo termine e li cura
con grande attenzione: pubblica tutti i maggiori classici in greco e in
latino, ma usa l'italiano per stampare i libri a maggiore diffusione.
Inventa un nuovo carattere a stampa, il corsivo. Importa dal greco al
volgare la punteggiatura.

 

ascolta qui la conversazione

ALESSANDRO MARZO MAGNO

 

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Dov'è stato pubblicato il primo Corano in arabo?
Il primo Talmud?
Il primo libro in armeno, in greco o in cirillico bosniaco?
Dove sono stati venduti il primo tascabile e i primi bestseller?

La risposta è sempre e soltanto una:a Venezia. Nella grande
metropoli europea – perché all'epoca solo Parigi, Venezia e Napoli
superavano i 150.000 abitanti – hanno visto la luce anche il primo libro
di musica stampato con caratteri mobili, il primo trattato di
architettura illustrato, il primo libro di giochi con ipertesto a icone,
il primo libro pornografico, i primi trattati di cucina, medicina, arte
militare, cosmetica e i trattati geografici che hanno permesso al mondo
di conoscere le scoperte di spagnoli e portoghesi al di là
dell'Atlantico.
Venezia era una multinazionale del libro, con le più grandi
tipografie del mondo, in grado di stampare in qualsiasi lingua la metà
dei libri pubblicati nell'intera Europa
.
Committenti stranieri
ordinavano volumi in inglese, tedesco, céco, serbo. Appena pubblicati,
venivano diffusi in tutto il mondo.
Aldo Manuzio è il genio che inventa la figura dell'editore moderno.
Prima di lui gli stampatori erano solo artigiani attenti al guadagno
immediato, che riempivano i testi di errori.
Manuzio si lancia in
progetti a lungo termine e li cura con grande attenzione: pubblica tutti
i maggiori classici in greco e in latino, ma usa l'italiano per
stampare i libri a maggiore diffusione. Inventa un nuovo carattere a
stampa, il corsivo. Importa dal greco al volgare la punteggiatura che
utilizziamo ancora oggi: la virgola uncinata, il punto e virgola, gli
apostrofi e gli accenti. Dalla sua tipografia escono il capolavoro
assoluto della storia dell'editoria, il Polìfilo di Francesco Colonna
(1499), ma anche il bestseller del Cinquecento, il Cortegiano di
Baldassar Castiglione, il libro-culto della nobiltà europea.

Alessandro Marzo Magno racconta la straordinaria avventura
imprenditoriale e culturale della prima industria moderna. Perché nei
primi magici decenni del Cinquecento a Venezia si inventa quasi tutto
ciò che noi conosciamo del libro e dell'editoria. La Serenissima resterà
la capitale dei libri finché la Chiesa, che considerava la libertà di
stampa un pericolo, non riuscirà a imporre la censura dell'inquisizione.
Pietro Aretino, prima star dell'industria culturale e prototipo degli
intellettuali italiani, da idolo delle folle diventerà un reietto. E la
libertà di stampa cercherà nuovi rifugi nell'Europa del Nord. 

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Alessandro Marzo Magno, veneziano, laureato in Storia veneta
all'Università di Venezia, vive e lavora a Milano. È stato per dieci
anni caposervizio esteri del settimanale «Diario». Ha pubblicato tra
l'altro La guerra dei dieci anni. Jugoslavia 1991-2001 (2001), Venezia degli amanti. L'epopea dell'amore in 11 celebri storie veneziane (2010), Piave. Cronache di un fiume sacro (2010), Atene 1687. Venezia, i turchi e la distruzione del Partenone (2011). 

 

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