Giorgio Bacci
“L’arte di inventare libri”
di Roberto Innocenti
Felici Editore
Quadri contemporanei: sono state definite così, da Marco Magnani, le illustrazioni di Roberto Innocenti, in grado di conciliare modernità e tradizione, sistemi classici di rappresentazione e nuovi approcci alla visione, in un delicato connubio tecnico che diventa sigla identificativa di un grande artista dei nostri giorni. Il lettore (o l’osservatore), si trova di fronte a una linea interpretativa ben precisa, verificando «la possibilità cioè che certi bisogni, certe funzioni siano rispettati, senza per questo tornare al passato» (M. Magnani, Quadri contemporanei, 1993).Tuttavia, sfogliando i libri creati dal pennino di Innocenti, emerge subito come la definizione di ‘contemporaneo’ non si possa limitare all’aspetto tecnico, ma debba necessariamente coinvolgere la personalità dell’artista in tutta la sua complessità: basta pensare che è stato tra i primi ad affrontare il tema della Shoah in un racconto per immagini destinato a bambini e ragazzi (ma anche adulti in realtà) nel 1985 (Rosa Bianca), oppure a tradurre il tema del non-luogo e del degrado degli spazi abitativi nei visionari Casa del Tempo (2009) e Cappuccetto Rosso (2012). Nel primo viene narrata la storia di una casa di campagna toscana e dei suoi mutamenti da centro e fulcro socio-familiare fino alla sua spersonalizzazione in moderna abitazione di lusso, mentre nel secondo la storia di Cappuccetto Rosso viene ambientata in una grande città degli anni Duemila. È una «scrittura civile», secondo la definizione di Paola Pallottino (P. Pallottino, Nelle figure invece mi ci trovo… La scrittura civile di Roberto Innocenti, 2012),in dialogo con la contemporaneità, e che richiama alla mente le definizioni di Claudio Parmiggiani e Marc Augé, che invitano a distinguere, da due punti di vista diversi eppure complementari, tra ‘estemporaneo’ e ‘contemporaneo’, tra effimero e capacità di rielaborare una storia stratificata in un impegno attuale.Secondo tale ottica, il corpus illustrativo di Innocenti si colloca dunque pienamente, nel senso più alto, sulla scena contemporanea internazionale, da un lato confrontandosi con alcune delle principali tematiche storiche, e dall’altro attivando un sottile dialogo storico-critico con la fotografia (principalmente) e la pittura. Adottando un’ottica necessariamente interdisciplinare (daGeorges Didi-Huberman a Jean-Luc Nancy, da Marc Augé a Giorgio Agamben, ma anche fotografi come Gabriele Basilico e Ferdinando Scianna), nel saggio introduttivo è privilegiata l’analisi di alcuni libri particolarmente significativi (tralasciandone altri per quanto interessanti), dividendo l’approfondimento in due macro aree: la rappresentazione dell’irrappresentabile (o, se si preferisce, ‘immaginare l’inimmaginabile’) e l’esplorazione della città contemporanea.Occupa la seconda parte del libro un’ampia selezione di tavole originali (84), divise in tre sezioni tematiche utili a orientare il lettore nella ricca produzione di Roberto Innocenti: il ruolo della memoria storica (Rosa Bianca, La Storia di Erika, Casa del Tempo), il non-luogo della letteratura (Cenerentola, L’ultima spiaggia, Cappuccetto Rosso), e i mattoni rossi di Pinocchio e Un canto di Natale.
Ad omaggiare la sua opera arriva ora un libro illustrato, Roberto Innocenti – L’arte di inventare i libri, che racconta e indaga l’arte di uno dei più importanti illustratori del nostro paese.
Raffinato interprete della “visual culture” internazionale, Innocenti raccoglie nel libro (in italiano e in inglese) 84 immagini, tratte da successi come Rosa Bianca, La Storia di Erika, Cenerentola, Cappuccetto Rosso, Pinocchio, Casa del Tempo, L’ultima spiaggia, Canto di Natale)
Oltre ai suoi disegni, il volume contiene un’analisi di Giorgio Bacci, coordinatore nazionale di uno dei progetti FIRB, Futuro in Ricerca 2012, ricercatore t.d. in storia dell’arte contemporanea presso la Scuola Normale Superiore di Pisa e curatore della mostra dedicata a Innocenti che è appena stata inaugurata nella città toscana.
Quadri contemporanei: sono state definite così, da Marco Magnani, le illustrazioni di Roberto Innocenti, in grado di conciliare modernità e tradizione, sistemi classici di rappresentazione e nuovi approcci alla visione, in un delicato connubio tecnico che diventa sigla identificativa di un grande artista dei nostri giorni. Il lettore (o l’osservatore), si trova di fronte a una linea interpretativa ben precisa, verificando «la possibilità cioè che certi bisogni, certe funzioni siano rispettati, senza per questo tornare al passato» (M. Magnani, Quadri contemporanei, 1993).Tuttavia, sfogliando i libri creati dal pennino di Innocenti, emerge subito come la definizione di ‘contemporaneo’ non si possa limitare all’aspetto tecnico, ma debba necessariamente coinvolgere la personalità dell’artista in tutta la sua complessità: basta pensare che è stato tra i primi ad affrontare il tema della Shoah in un racconto per immagini destinato a bambini e ragazzi (ma anche adulti in realtà) nel 1985 (Rosa Bianca), oppure a tradurre il tema del non-luogo e del degrado degli spazi abitativi nei visionari Casa del Tempo (2009) e Cappuccetto Rosso (2012). Nel primo viene narrata la storia di una casa di campagna toscana e dei suoi mutamenti da centro e fulcro socio-familiare fino alla sua spersonalizzazione in moderna abitazione di lusso, mentre nel secondo la storia di Cappuccetto Rosso viene ambientata in una grande città degli anni Duemila. È una «scrittura civile», secondo la definizione di Paola Pallottino (P. Pallottino, Nelle figure invece mi ci trovo… La scrittura civile di Roberto Innocenti, 2012),in dialogo con la contemporaneità, e che richiama alla mente le definizioni di Claudio Parmiggiani e Marc Augé, che invitano a distinguere, da due punti di vista diversi eppure complementari, tra ‘estemporaneo’ e ‘contemporaneo’, tra effimero e capacità di rielaborare una storia stratificata in un impegno attuale.Secondo tale ottica, il corpus illustrativo di Innocenti si colloca dunque pienamente, nel senso più alto, sulla scena contemporanea internazionale, da un lato confrontandosi con alcune delle principali tematiche storiche, e dall’altro attivando un sottile dialogo storico-critico con la fotografia (principalmente) e la pittura. Adottando un’ottica necessariamente interdisciplinare (daGeorges Didi-Huberman a Jean-Luc Nancy, da Marc Augé a Giorgio Agamben, ma anche fotografi come Gabriele Basilico e Ferdinando Scianna), nel saggio introduttivo è privilegiata l’analisi di alcuni libri particolarmente significativi (tralasciandone altri per quanto interessanti), dividendo l’approfondimento in due macro aree: la rappresentazione dell’irrappresentabile (o, se si preferisce, ‘immaginare l’inimmaginabile’) e l’esplorazione della città contemporanea.Occupa la seconda parte del libro un’ampia selezione di tavole originali (84), divise in tre sezioni tematiche utili a orientare il lettore nella ricca produzione di Roberto Innocenti: il ruolo della memoria storica (Rosa Bianca, La Storia di Erika, Casa del Tempo), il non-luogo della letteratura (Cenerentola, L’ultima spiaggia, Cappuccetto Rosso), e i mattoni rossi di Pinocchio e Un canto di Natale.
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