Francesco Stoppa “La costola perduta”

Francesco Stoppa Francesco Stoppa, La costola perduta, Vita e Pensiero

Francesco Stoppa
“La costola perduta”
Le risorse del femminile e la costruzione dell’umano
Vita e Pensiero
www.vitaepensiero.it

“La donna ha il potere di dischiudere gli occhi dell’uomo sul mondo”

Parlare della donna significa spesso, oggi, soffermarsi sulle discriminazioni cui va incontro, sulla necessità di fare altri passi importanti nel campo dell’uguaglianza con l’uomo, sulla preoccupazione per l’escalation della violenza di genere. Molto cammino ci aspetta ancora, ma un aiuto prezioso può arrivarci da una strada finora poco percorsa, che supera gli stereotipi dei luoghi comuni e rovescia i termini della questione: non si tratta di promuovere la rincorsa della donna a essere ‘come l’uomo’, ma di evocare l’identità femminile come risorsa anche per l’uomo e per la società. Partendo dalla teoria psicoanalitica della donna come portatrice di un’apertura che crea varchi nella realtà ordinata e regolata dallo sguardo maschile, Francesco Stoppa costruisce un’originale riflessione su come l’‘anomalia’ femminile, con la sua capacità di accogliere l’inatteso, di tracciare solchi e aprire spazi di incontro, possa rappresentare un modello diverso di approccio alla vita e di costruzione dei legami.
Questa diversità della donna oppone infatti all’autoreferenzialità e alla semplificazione maschile l’esercizio di civiltà che consiste nel dare ospitalità a tutto ciò che non entra mai a regime, ma in cui riposano i tratti più autentici dell’umano. È come il comune ‘gioco del quindici’, ci suggerisce sorridendo Stoppa, dove è la casella assente a far funzionare tutto, a permettere, per il fatto di essere vuota, il movimento delle altre. Ed è come la costola perduta di Adamo: una ‘rottura’, una perdita di equilibrio, capace di riportare all’uomo un surplus di vita. «Questo è una donna per l’uomo: il precipitato, la forma, certo effimera ma per i suoi effetti miracolosa, grazie a cui il richiamo della vita, il suo mistero, trovano di che incarnarsi. La vita di cui allora possiamo anche cessare di avere paura, che possiamo accogliere in noi fino a prendercene cura, fino a esserle grati di aver interrotto il nostro sonno senza sogni».

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Francesco Stoppa (Ferrara 1955), analista membro della Scuola di psicoanalisi dei Forum del Campo lacaniano e docente dell’Istituto ICLeS, lavora presso il Dipartimento di salute mentale di Pordenone. È autore di articoli su importanti riviste, tra cui «aut aut», «Nuovi Argomenti», «Psicoterapia e scienze umane», «Il piccolo Hans», «Freudiana», «La psicoanalisi», «Fogli d’informazione», «L’Ippogrifo». Ha pubblicato le monografie: L’offerta al dio oscuro. Il secolo dell’olocausto e la psicoanalisi (2002), La prima curva dopo il Paradiso. Per una poetica del lavoro nelle istituzioni (2006, 2007), La restituzione. Perché si è rotto il patto tra le generazioni (2011), Istituire la vita. Come riconsegnare le istituzioni alla comunità (Vita e Pensiero, 2014).

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