Federica D’Amato “Il libro dell’amico e dell’amato”

Federica D'Amato Federica D'Amato "Il libro dell'amico e dell'amato" Qiqajon

Federica D’Amato
“Il libro dell’amico e dell’amato”
di Raimondo Lullo
Introduzione di Francesc Torralba Roselló
Traduzione e note a cura di Federica D’Amato
Edizioni Qiqajon
Comunità di Bose

Quest’opera, raro esempio di poesia mistica in lingua catalana, descrive la relazione dell’essere umano, l’amico, con il trascendente, l’amato, e il legame che li unisce, l’amore: è un libro che ancora oggi ci colpisce perché capace di esprimere un sentimento universale, un desiderio che resiste all’erosione del tempo e della storia. Chiunque, a un certo punto della sua vita, abbia sperimentato in sé la segreta forza dell’amore, sarà commosso da queste parole: vi si riconoscerà e si sentirà compreso, scorgendo in esse i movimenti del proprio cuore.

Raimondo Lullo (Palma di Maiorca 1232-1316) è stato uno degli autori più noti e prolifici del medioevo. Le sue innumerevoli opere, scritte in catalano, latino e arabo, abbracciano ogni aspetto dello scibile del suo tempo. Fondò nel 1276 la prima scuola di lingua araba a scopi missionari.

Il Libro dell’amico e dell’amato di Raimondo Lullo (1232-1316) è l’opera più letta, tradotta e conosciuta del beato maiorchino, uno degli autori medievali più originali e prolifici dell’occidente cristiano.
L’insieme dei 357 versetti che compongono l’opera è uno dei rari esempi di poesia mistica in lingua catalana, e uno dei più rilevanti che si conservano dell’Europa medievale. Sebbene questo insieme di versetti aforistici dal contenuto spirituale sia stato concepito come parte del Llibre d’Evast e Blanquerna (1238), il suo notevole valore letterario e il carattere autonomo all’interno della narrazione favoriscono, sin dal xvi secolo, il proliferare di edizioni indipendenti, dapprincipio in latino, del Libro dell’amico e dell’amato.

I primi tre versetti de “Il libro dell’amico e dell’amato”:

1. Domandò l’amico al suo amato se in lui fos- se rimasto qualcosa da amare. Rispose l’amato che l’amore dell’amico poteva moltiplicarsi solo nell’a- mare.
2. Le strade per cui l’amico ricerca il suo amato sono lunghe e pericolose, popolate di pensieri, sospiri e lacrime. Illuminate d’amore.
3. Si riunirono molti amanti per amare un amato che li colmava d’amore. Ognuno di loro veniva nu- trito dal suo amore e dai suoi dolci pensieri, per cui sentivano meravigliosi tormenti.
4. Piangendo, l’amico disse: “Quando si dissolve- ranno le tenebre del mondo affinché siano dispersi i sentieri del male? E l’acqua, che ha l’abitudine di scorrere all’ingiù, quand’è che troverà la natura e il tempo di scorrere all’insù? E gli innocenti, quando gli innocenti saranno più numerosi dei colpevoli?”.

Federica D’Amato (1984) si occupa di letteratura e lavora nel campo dell’arte e del giornalismo. Dopo un percorso di studi umanistico, in Italia e all’Estero, e dopo aver viaggiato in tutto il mondo, è tornata a vivere e lavorare nel suo Abruzzo, dove ha iniziato a collaborare con case editrici e quotidiani. Ha pubblicato le raccolte di poesia La dolorosa (Opera, 2008), Poesie a Comitò (Noubs, 2011), Avere trent’anni (finalista Premio Frascati; Ianieri 2013); l’edizione italiana di Il libro dell’amico e dell’amato di Ramon Llull (Qiqajon, 2016) e l’edizione italiana di Dove diavolo sei stato? di Tom Carver (Ianieri, 2012); il libro-dialogo con Davide Rondoni, I termini dell’amore (CartaCanta, 2016) e il saggio epistolare Lettere al Padre (Ianieri, 2016). Ha all’attivo numerosi contributi di critica letteraria per riviste specializzate, italiane e straniere; dirige la collana di narrativa breve “Bartleby”, e la collana di poesia “L’Angiolo”, per la Ianieri Edizioni;
scrive di cultura sulla terza pagina del quotidiano Il Centro («L’Espresso»).
L’unica cosa di cui è sicura è che labor omnia vincit. Quando ne ha voglia.

fonte: www.federicadamato.it

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