MASSIMO BOCCHIOLA

Conversazione di Livio Partiti con Massimo Bocchiola

 

 

MASSIMO BOCCHIOLA

"IL TRENO DELL'ASSEDIO"

IL SAGGIATORE

 

 

Prima di tutto c’è la casa. Un cascinale bianco sulle colline pavesi che custodisce fotografie ingiallite di un passato stagnante, il cui odore avviluppa il presente. I miasmi dei frutti maturi in giardino stordiscono. Il caldo è estenuante. Le grida dei bambini in cortile risuonano cavernose e ossessive mentre giocano a demolire con un piccone una base di calcestruzzo e a costruire bombe. Tra visioni, sogni, ricordi e allucinazioni erompe il flusso di coscienza di un uomo, che è figlio e padre, e con il proprio padre deve ancora fare i conti, quel padre che era medico stimato, rigido, inflessibile, razionale e regolato nel cibo, negli affetti, nella vita, e oggi è il fantasma che lo perseguita.

Con un accavallarsi delle memorie di quell’oltretomba che è la Storia, in questo poema in forma di romanzo prende vita un carnevale con miliardi di figuranti che combattono battaglie epiche, bruciano di amori eterni e repentini, soffrono per un corpo torturato e mutilato brano a brano. Dalla crepa aperta da Massimo Bocchiola emergono uomini che fanno i conti con la morte. Naufraghi del presente, sfiancati dalle fratture di un Occidente ormai stanco. Sopravvissuti soffocati dal passato. Per difendersi dall’assedio Bocchiola si appiglia alla lucidità vertiginosa di Auster, agli spiragli umani di Chateaubriand, alla bellezza delle praterie di Parkman, alla lirica del Canto notturno di un pastore errante dall’Asia e alle Storie di Ammiano Marcellino, alla descrizione viva dei momenti più sanguinosi della Rivoluzione francese, alla presa della torre Malakov nella guerra di Crimea, alle stragi del conte di Tilly a Magdeburgo. Compone una grande narrazione, un’opera altissima che dipinge per noi l’immenso teatro in cui l’individuo si perde nell’universale, che dall’alto vede il folle brulicare del formicaio umano.

 

 

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MASSIMO BOCCHIOLA

 

 

"… Perché mai un frammento del nostro destino andrebbe sprecato, se come accade siamo noi a scegliere cosa sia destino e cosa non lo sia?"

 

 

Massimo Bocchiola, ha tradotto opere di alcuni fra i maggiori scrittori di lingua inglese tra cui Pynchon, Kerouac, Foer, Hornby e Welsh. Autore di numerosi saggi critici apparsi su quotidiani e riviste letterarie, ha pubblicato le raccolte di poesie Al ballo della clinica (1997), Le radici nell’aria (2004) e Mortalissima parte (2007); con Marco Sartori, i saggi storici Teutoburgo (2005), La battaglia di Canne (2008) e L’inverno della Repubblica (2012).

 

 

IL POSTO DELLE PAROLE

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