BRUNO ZANARDI

Conversazione di Livio Partiti con Bruno Zanardi

Un patrimonio artistico senza racconta l’enorme confusione e il sempre più grave ritardo culturale in cui giacciono restauro, conservazione e tutela oggi in Italia. L’autore, Bruno Zanardi, conduce la propria narrazione da testimone diretto, quale è ormai da quasi mezzo secolo. E avanza molti e desolanti esempi: restauri grossolanamente sbagliati, perenne crisi formativa del settore, cementificazione dissennata del paesaggio. Ma avanza anche numerosi casi positivi, a dimostrazione di come la partita per dare un futuro al nostro patrimonio storico e artistico sia ancora del tutto aperta. A patto però che il Ministero dei beni culturali abbia il coraggio d’attuare una politica di tutela moderna ed efficiente, perché finalmente aperta a un lavoro comune con i Ministeri dell’Università e dell’Ambiente e con la ricerca scientifica dell’industria. Lavoro comune che attui quella conservazione preventiva e programmata in rapporto all’ambiente che sempre più appare l’unica azione di tutela in grado di consentire la salvaguardia e la cura del fondamentale carattere storico ed estetico del nostro patrimonio artistico: la sua indisgiungibilità dal paesaggio – urbano, agrario e naturale – in cui è andato stratificandosi in millenni.

 

Bruno Zanardi è uno dei più noti restauratori italiani. Ha lavorato su alcuni dei massimi monumenti della nostra civiltà figurativa: i rilievi dell’Ara Pacis e della Colonna Traiana, i mosaici paleocristiani e di Jacopo Torriti nella Basilica di Santa Maria Maggiore, gli affreschi e i mosaici del Sancta Sanctorum al Laterano di Roma, gli affreschi della Basilica di Assisi, i rilievi della facciata del Duomo di Orvieto. Nel 2001 ha fondato presso l’Università di Urbino il primo corso di laurea per la formazione dei restauratori, in cui è docente di Teoria e tecnica del restauro. Con Skira ha pubblicato numerosi volumi, da Il cantiere di Giotto (1996) fino a Il restauro. Giovanni Urbani e Cesare Brandi, due teorie a confronto (2009), e curato l’uscita degli scritti di Giovanni Urbani, Intorno al restauro (2000) e Per un’archeologia del presente (2012). Ha scritto la voce “Restauro” dell’Enciclopedia Treccani del Novecento (2004).

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Un patrimonio artistico senza racconta l’enorme confusione e il sempre più grave ritardo culturale in cui giacciono restauro, conservazione e tutela oggi in Italia. L’autore, Bruno Zanardi, conduce la propria narrazione da testimone diretto, quale è ormai da quasi mezzo secolo. E avanza molti e desolanti esempi: restauri grossolanamente sbagliati, perenne crisi formativa del settore, cementificazione dissennata del paesaggio. Ma avanza anche numerosi casi positivi, a dimostrazione di come la partita per dare un futuro al nostro patrimonio storico e artistico sia ancora del tutto aperta. A patto però che il Ministero dei beni culturali abbia il coraggio d’attuare una politica di tutela moderna ed efficiente, perché finalmente aperta a un lavoro comune con i Ministeri dell’Università e dell’Ambiente e con la ricerca scientifica dell’industria. Lavoro comune che attui quella conservazione preventiva e programmata in rapporto all’ambiente che sempre più appare l’unica azione di tutela in grado di consentire la salvaguardia e la cura del fondamentale carattere storico ed estetico del nostro patrimonio artistico: la sua indisgiungibilità dal paesaggio – urbano, agrario e naturale – in cui è andato stratificandosi in millenni.

 

Bruno Zanardi è uno dei più noti restauratori italiani. Ha lavorato su alcuni dei massimi monumenti della nostra civiltà figurativa: i rilievi dell’Ara Pacis e della Colonna Traiana, i mosaici paleocristiani e di Jacopo Torriti nella Basilica di Santa Maria Maggiore, gli affreschi e i mosaici del Sancta Sanctorum al Laterano di Roma, gli affreschi della Basilica di Assisi, i rilievi della facciata del Duomo di Orvieto. Nel 2001 ha fondato presso l’Università di Urbino il primo corso di laurea per la formazione dei restauratori, in cui è docente di Teoria e tecnica del restauro. Con Skira ha pubblicato numerosi volumi, da Il cantiere di Giotto (1996) fino a Il restauro. Giovanni Urbani e Cesare Brandi, due teorie a confronto (2009), e curato l’uscita degli scritti di Giovanni Urbani, Intorno al restauro (2000) e Per un’archeologia del presente (2012). Ha scritto la voce “Restauro” dell’Enciclopedia Treccani del Novecento (2004).

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