Carlo Galli
“Sovranità”
Il Mulino Editore
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«Sovranità: disprezzarla, o deriderla»: è l’imperativo politicamente corretto delle élite intellettuali mainstream. Chi evoca quel concetto che sta al cuore della dottrina dello Stato, del diritto pubblico, della Costituzione e della Carta dell’Onu, è ormai considerato un maleducato, un troglodita: compatito e schernito come chi cercasse di telefonare in cabine a gettoni, quando non demonizzato come fascista. Sovranità è passatismo o tribalismo, nostalgia o razzismo, goffaggine o crimine. E sovranismo è sinonimo di cattiveria. Queste pagine autorevoli ci mostrano che le cose non stanno così, che per orientarsi si deve uscire dai luoghi comuni e dalle invettive moralistiche. E che il ritorno della sovranità è il segno dell’esigenza di una nuova politica.
Raramente di un termine, di un concetto, si è fatto un uso così superficiale e irriflesso, e al contempo polemico, come di “sovranità”, divenuta un campo di battaglia, o una caricatura polemica. Forse perchè “tutto ciò che è grande sta nella tempesta”? O perché la diffusa pigrizia intellettuale impedisce di vedere il “politico” in una delle sue forme più ovvie?
Carlo Galli insegna Storia delle dottrine politiche nell’Università di Bologna. Con il Mulino ha pubblicato fra l’altro «Genealogia della politica. Carl Schmitt e la crisi del pensiero politico moderno» (20102), «Spazi politici. L’età moderna e l’età globale» (2001) e «Marx eretico» (2018). Dirige la rivista «Filosofia politica».
Qui puoi ascoltare la conversazione con Carlo Galli, realizzata in occasione del Festival Filosofia di Modena nel 2014.
Tema della conversazione “Elites. I poteri e la gloria”
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