Angelo Basile “Plenilunium”

Angelo Basile Angelo Basile "Plenilunium" Oakmond Publishing

Angelo Basile
“Plenilunium”
Oakmond Publishing

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Febbraio del 30 d.C.
L’anziano servitore di una ricca famiglia di Betania percorre le rive del Giordano in cerca di un uomo molto speciale.

2016.
Nelle strade lastricate in porfido rosso dell’antico quartiere Baggio, periferia di Milano, all’ombra del campanile della chiesa vecchia, si consumano le vite tranquille degli abitanti. Protagoniste della sua rinascita culturale sono le donne, che tessono una trama di relazioni sociali ed economiche. La notte di luna piena tra il quattordici e il quindici novembre, ricordata dagli astrologi per avere mostrato la super luna, la più visibile negli ultimi settanta anni, il sangue di un uomo misterioso, vittima di una brutale aggressione, macchia il sagrato della chiesa. Tutti sembrano avere dei segreti da nascondere, perfino il distante Vaticano, che invia un cardinale al capezzale dell’uomo moribondo.
È il primo episodio sconcertante, al quale seguirà una serie di omicidi, tutti commessi in notti di plenilunio, che squarcerà il velo di apparente normalità che avvolge il quartiere. Qualcosa si è svegliato nel cuore del vecchio borgo, è affamato e ha artigli affilati e zanne.
Una storia che parte da molto lontano, uno sguardo che abbraccia miserie e grandezze di un’umanità variegata, ne svela gli amori teneri e sensuali, le ossessioni perverse, le esistenze quotidiane, sconvolte dall’improvviso irrompere del soprannaturale, seguendo una trama ricca di colpi di scena, fino all’ultima riga.

Così comincia:
“L’aria è pesante e umida, tira un vento fresco, anche se non si può dire che faccia freddo, ma il cielo grigio non promette nulla di buono.
Il servo si fa strada tra gli arbusti ai margini del fiume, i piedi affondano nella melma.
In quel punto il Giordano non è molto profondo e forma un guado.
Per fortuna i suoi padroni sono molto ricchi e generosi, tra le famiglie più in vista di Betania, proprietari di estesi vigneti e oliveti.
Hanno fornito il loro servo di sandali robusti, uno spesso mantello di lana per ripararsi dal freddo, frutta e vino per ristorarsi durante il viaggio.
L’anziano servitore è partito dalla casa dei padroni poco prima del sorgere del sole, le due donne gli hanno detto di cercare presso un’ansa del Giordano un uomo, lo stesso che altre volte fu invitato gradito e riverito nella casa, anche se non riesce a spiegarsi il perché.
Ai suoi occhi l’uomo, che si fa chiamare Maestro dai suoi discepoli straccioni, non merita tutta questa considerazione.
Il luogo al quale è diretto è il medesimo dove un altro predicatore, un certo Giovanni, faceva proseliti prima di questo.
Il servo fedele capisce di essere giunto nel posto indicato poco prima del tramonto, quando si unisce a un piccolo gruppo di pellegrini provenienti dalla Galilea, in viaggio per incontrare e farsi battezzare dal Maestro.
Questi gli raccontano di come quel mistico stia portando avanti la predicazione e le opere del defunto Giovanni.
Il compito affidatogli è semplice: deve riferire all’uomo della malattia che sta velocemente consumando il fratello delle due donne.
Da giorni una febbre altissima lo divora, a niente sono valsi gli sforzi delle sorelle, i denari spesi per unguenti medicamentosi e i medici che si sono avvicendati al capezzale del malato.”


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