Alberto Giuliani “Alla ricerca dell’immortalità” Festival della Mente

Alberto Giuliani Alberto Giuliani "Alla ricerca dell'immortalità" Festival della Mente

Alberto Giuliani
“Alla ricerca dell’immortalità”
Festival della Mente, Sarzana

www.festivaldellamente.it

Domenica 1° settembre, ore 11.45
“Alla ricerca dell’immortalità”
con Alberto Giuliani
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www.festivaldellamente.it

Cambiamento climatico, incremento demografico, estinzioni, rischio nucleare. Seguendo l’opinione degli esperti nei prossimi decenni affronteremo cambiamenti epocali, che per la prima volta nella storia dell’umanità, metteranno a rischio la nostra stessa sopravvivenza. Alberto Giuliani ci accompagna in un viaggio nel futuro, alla scoperta di persone e luoghi dove la scienza spera di vincere la morte e l’essere umano già sogna di vivere una vita eterna. Dagli astronauti della NASA che simulano la vita su Marte alla ricerca genomica in Cina, passando per i laboratori di crioconservazione umana e di clonazione, incontreremo i padri della robotica umanoide e i guardiani dei ghiacci. Sarà un viaggio pieno di domande. Unica certezza, il fatto che aver voglia di vivere è molto meglio di non voler morire.

Alberto Giuliani, scrittore, fotografo e regista, ha scritto Gli immortali (Il Saggiatore, 2019). Le sue storie sono pubblicate da molte testate giornalistiche, tra cui Vanity Fair, la Repubblica, il Corriere della Sera, Marie Claire, Vogue, e le sue fotografie compaiono nei giornali più importanti del mondo. Realizza documentari e campagne digital per il mondo corporate. Ha insegnato storytelling e self-branding in scuole di fotografia e cinema tra Milano e Roma.


Alberto Giuliani
“Gli immortali”
Storie dal mondo che verrà
Il Saggiatore

www.ilsaggiatore.com


«Anni fa, sulle rive del lago Bajkal, in Siberia, una donna mi lesse la mano. E un paio di anni dopo un bramino della città sacra di Vrindavan, in India, guardò nel mio futuro. Entrambi mi raccontarono delle stesse gioie che mi avrebbe riservato la vita. E della morte. Prematura e violenta. Che dovrebbe cogliermi tra poco.

Alcune tra le cose predette si sono avverate. Altre non saprei. Le parole si sono perse nel tempo insieme alle cose a cui non do importanza. Ma con l’avvicinarsi di quell’appuntamento mi sono ritrovato a concentrarmi su un errore della divinazione. La donna con la quale ho avuto un bambino sarebbe dovuta essere una conoscenza d’infanzia. Impossibile, perché Francesca viveva dall’altra parte d’Italia e ci siamo conosciuti a Parigi appena qualche anno fa.

La scorsa estate ho trovato una fotografia scattata nell’inverno del 1984 in un rifugio delle Dolomiti. Mi ritraeva a nove anni mentre il maestro di sci mi consegnava una medaglia per la mia prima gara vinta. Tra i bambini ai piedi del podio c’era quella che oggi è diventata la madre di mio figlio.

Ho preso quel fatto come una coincidenza, ma partendo da quelle profezie ho iniziato a voler conoscere il futuro dell’umanità, alla ricerca, magari, di qualche indizio sul mio domani. Ho incontrato gli astronauti della nasa diretti su Marte, i padri della robotica umanoide in Giappone e gli uomini che si congelano in attesa di una nuova vita. Ho vissuto con i guardiani del clima al Polo Nord, parlato con gli scienziati che stanno costruendo un sole artificiale più potente di quello naturale e incontrato i politici che per salvare la biodiversità la chiudono in un bunker. Ho visto persone pronte all’apocalisse, mangiato pesci transgenici e verdure che non esistono in natura. Incontrato ricercatori che clonano, tagliano e cuciono dna ai limiti dell’eugenetica. Ho cercato in tutti una guida e risposte alle mie domande sul futuro. Ma anche loro, come me, volevano trovare solo la via per vincere la morte.

Alla fine di questo viaggio, sono tornato nuovamente nell’antica città di Vrindavan, in India. Per cercare quel bramino e chiedergli se l’unico modo per vivere una vita degna non sia accettarne la fine.»

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