Vittoria Martinetto “Antonio Lobo Antunes” Premio Bottari Lattes Grinzane

Vittoria Martinetto Vittoria Martinetto, traduttrice di Antonio Lobo Antunes "Premio Bottari Lattes Grinzane"

Vittoria Martinetto
traduttrice di: Antonio Lobo Antunes
Premio Bottari Lattes Grinzane 2018

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António Lobo Antunes, nato a Lisbona nel 1942, dotato di sguardo profondo sulla realtà e la psicologia umana, che ha attinto dalla sua professione di psichiatra, e di acuta capacità di indagine sulla storia, in particolare quella coloniale, attraverso una scrittura metaforica, polifonica (come lui stessa l’ha definita), è il vincitore del Premio Bottari Lattes Grinzane 2018 per la sezione La Quercia, intitolata a Mario Lattes (editore, pittore, scrittore, scomparso nel 2001) e dedicata a un autore internazionale che abbia saputo raccogliere nel corso del tempo condivisi apprezzamenti di critica e di pubblico.
La maggior parte dei suoi libri sono pubblicati in Italia da Feltrinelli.
I lettori italiani hanno potuto conoscere e apprezzare i romanzi di António Lobo Antunes grazie all’interessamento di Antonio Tabucchi, che nel 1996 per Einaudi contribuì alla pubblicazione di uno dei primi libri dello scrittore, In culo al mondo, uscito in Portogallo nel 1979 e tradotto in italiano dalla moglie stessa di Tabucchi, Maria José de Lancastre. I libri successivi di Lobo Antunes sono stati tradotti da Rita Desti e Vittoria Martinetto. L’ultimo romanzo, il ventottesimo, è uscito l’anno scorso in Portogallo, Até Que as Pedras se Tornem mais Leves que a Água (Dom Quixote).
António Lobo Antunes è stato decretato vincitore dalla Giuria Tecnica del Premio, che così spiega nella motivazione del riconoscimento:
«Dal suo esordio alla fine degli anni Settanta fino a oggi, attraverso ventotto romanzi e cinque libri di cronache, lo scrittore António Lobo Antunes non ha mai smesso di cercare le parole per ciò che comunemente definiamo indicibile, imponendosi così all’attenzione di lettori e di critici per l’originalità della scrittura e la profondità dei temi. Nella prima opera tradotta in Italia, In culo al mondo, raccontando un viaggio al termine della notte dentro la crudeltà della guerra e, nel contempo, la lotta quotidiana che ognuno di noi si trova ad affrontare con se stesso e con gli altri – anche con lo “straniero” che la notte condivide il nostro letto e le nostre abitudini – lo scrittore inaugura la sua passione per il monologo, una sorta di alambicco che distilla l’universo interiore dei personaggi. Lo svelamento di ferite private e collettive traversa tutte le opere di António Lobo Antunes, proponendoci i temi forti del dolore esistenziale, dello strazio dell’invecchiamento e delle indelebili ferite del passato. La sua scrittura estrema ricrea il flusso di ricordi – con passaggi dalla terza alla prima e alla seconda persona – in una moltiplicazione di voci e in un succedersi di immagini che a volte tornano come motivi musicali. Ma a conquistare il lettore non è soltanto la perizia con cui le parole della memoria acquistano sulla sua pagina spessore e carne, ma anche la maniera in cui i piani temporali magmaticamente si accavallano, ripresentando ogni volta sotto una luce diversa gli errori di tutta una vita. Affascina infine la naturalezza con la quale questo scrittore abolisce la frontiera tra cose animali piante e persone, mostrandoci che siamo tutti fragili e immersi nella medesima angoscia a lanciare grida silenziose prima di sparire per sempre.

Antonio Lobo Antunes è riconosciuto come uno dei più importanti autori viventi della letteratura portoghese contemporanea. La formazione da psichiatra ha influenzato la sua narrativa, che ha sempre indagato la realtà umana e i fatti della storia, in cui la lettura del passato è funzionale all’analisi della contemporaneità e delle vicende private.
Lobo Antunes ha esercitato la professione di medico psichiatra nell’ospedale Miguel Bombarda a Lisbona e ha partecipato alla guerra coloniale portoghese in Angola dal 1970 al 1973 come tenente, chirurgo e psichiatra. Un’esperienza che ha più volte rievocato, soprattutto nei suoi primi libri, come nel romanzo d’esordio, Memória de elefante (1979), primo volume di una trilogia che include In culo al mondo (Einaudi, 1996) e Conhecimento do inferno (1980). Ha focalizzato il suo campo d’indagine sui mali del colonialismo, come in Fado alexandrino (1983) e Le navi (Einaudi, 1997) e sulle lacerazioni della società portoghese, come in Spiegazione degli uccelli (Feltrinelli, 2010) e Auto dos danados (1985), romanzo sulla decadenza di una famiglia aristocratica durante la dittatura di Salazar. La seconda parte della sua produzione abbraccia tematiche essenzialmente psicologiche, andandosi a concentrare sulle storie private e le relazioni interpersonali.
Trattato delle passioni dell’anima (Feltrinelli, 1998), La morte di Carlos Gardel (Feltrinelli, 2002) e L’ordine naturale delle cose (Feltrinelli, 2001) costituiscono la cosiddetta “trilogia di Benfica”, popolare quartiere di Lisbona dove l’autore ha trascorso la sua giovinezza. Tra le altre sue opere, tradotte in italiano: Il manuale degli inquisitori (Feltrinelli, 1999), Lo splendore del Portogallo (Feltrinelli, 2002), Esortazione ai coccodrilli (Einaudi, 2005), tre volumi che si propongono come un esame, quasi psichiatrico, del potere in Portogallo e della sua gestione; Che farò quando tutto brucia? (Feltrinelli, 2004); Buonasera alle cose di quaggiù (Feltrinelli, 2007); Arcipelago dell’insonnia (2013); Non è mezzanotte chi vuole (2018). Le sue opere sono tradotte in oltre quindici lingue.

Vittoria Martinetto è professore associato di Lingua e Letterature Ispanoamericane. Nell’ambito dell’area di competenza Vittoria Martinetto si è occupata di letteratura della Scoperta e Conquista (Cronachistica delle Indie, Alvar Nuñez Cabeza de Vaca, Cristoforo Colombo, Bernardino de Sahagún), coloniale (Juana Inés de la Cruz) e di narrativa contemporanea (studi su Alejo Carpentier, García Márquez, Fernando del Paso, Carlos Fuentes, Manuel Puig, María Luisa Bombal, José Emilio Pacheco, Margo Glantz, Mario Bellatin, Anna Kazumi-Stahl, Alejandra Pizarnik). Traduce narrativa dallo spagnolo e dal portoghese e, oltre ai corsi di Lingua e Letterature Ispanoamericane, tiene corsi di Traduzione Letteraria dallo Spagnolo.
Vittoria Martinetto collabora, inoltre, regolarmente con la rivista letteraria L’Indice dei libri del Mese e il supplemento letterario Tuttolibri, La Stampa, per le opere di narrativa spagnola, iberoamericana e portoghese. Traduce per le maggiori case editrici italiane dallo spagnolo, portoghese, inglese e francese.
fonte: lanotadeltraduttore.it

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